venerdì 19 dicembre 2008

SINDROME DI MALAN

SINDROME DI MALAN, quadro di insufficienza arteriosa interessante le estremità inferiori, descritto nel 1955 dall'angiochirurgo italiano Edmondo Malan, che ne ha identificato l'origine nell'apertura patologica di comunicazioni tra arterie e vene in corrispondenza della pianta del piede. È considerata una sindrome pseudo-obliterante perché i sintomi fanno pensare ad un'occlusione arteriosa che invece non c'è. Si osserva per solito in soggetti giovani i quali, dopo uno sforzo prolungato (un percorso a piedi, una serata danzante) avvertono una sensazione di freddo in tutto il piede o in una parte di esso; il freddo è doloroso e si alterna ad una sensazione di intenso bruciore. Se lo sforzo continua, il dolore si fa più intenso e si estende alla gamba. Se il paziente si ferma, il dolore si attenua poco a poco.

MAGREZZA

MAGREZZA, condizione di rilevante depauperamento del tessuto adiposo e sensibile riduzione del peso corporeo rispetto alla norma. Si distinguono magrezze primitive costituzionali e magrezze secondarie. Le magrezze primitive sono legate alla costituzione individuale e non sempre esprimono un processo morboso; le cause non sono in genere riconoscibili, ma appaiono legate ad una chiara disposizione ereditaria e familiare che è probabilmente dovuta ad una impronta neurovegetativa ed endocrina, la quale determina sul piano metabolico un prevalere di attività cataboliche (di consumo); è talvolta possibile riconoscere un certo temperamento ipertiroideo, senza tuttavia iperfunzione tiroidea clinicamente rilevabile.

FENOMENO DI MAGNUS

FENOMENO DI MAGNUS, complesso di sintomi che si ottiene in particolari condizioni di lesione del cervello variando la posizione della testa. Occorre che vi sia una grave lesione bilaterale del mesencefalo, come può accadere in presenza di tumori. Ruotando la testa del malato da una parte, egli estenderà il braccio e la gamba verso cui guarda e fletterà ambedue gli arti opposti. Si tratta di un riflesso di posizione che si libera quando i centri nervosi piramidali non possono più svolgere il loro compito, o non hanno ancora iniziato a svolgerlo (come nel bambino prima dei sei mesi); il fenomeno di Magnus si può avere anche durante una emiplegia grave di origine cerebrale. In questo caso ruotando il capo del malato dalla parte paralitica si osserva che il braccio e la gamba paralizzati si estendono, mentre gli altri due si flettono.

MAGNESIURIA

MAGNESIURIA, eliminazione urinaria di magnesio; in condizioni fisiologiche tale eliminazione è di 200 mg nelle ventiquattro ore. Un aumento del magnesio urinario si può verificare per un esagerato uso di purganti contenenti idrossido di magnesio o dopo ripetuti clisteri ipertonici praticati allo scopo di diminuire la pressione endocranica; si hanno parallelamente sintomi di intossicazione.

MAGNESIEMIA magnesio nel sangue

MAGNESIEMIA, presenza di magnesio nel sangue. Il magnesio si trova nell'organismo umano sotto forma di fosfato nelle ossa e in piccola quantità nel sangue (22 mg di magnesio plasmatico per litro). La càrenza di magnesio nel sangue produce ipereccitabilità, aritmie cardiache e convulsioni (non eccezionali nei lattanti).

MACROMASTIA

MACROMASTIA, termine che deriva dal greco (macros = grande, e mastós = mammella) e che significa sviluppo eccessivo e sproporzionato di una o di entrambe le mammelle. La macromastia può presentarsi nella donna in epoche assai diverse della vita e per svariate cause. Nell'infanzia la macromastia è solitamente provocata da tumori funzionanti dell'ovaio e si accompagna, per tale motivo, a segni di pubertà precoce. In alcuni casi, rari per la verità, la macromastia è causata da una precoce e prematura increzione ovarica, la quale è secondaria a lesioni ipotalamiche (neoplastiche ed encefalitiche).

MACROGLOSSIA, ipertrofia congenita

MACROGLOSSIA, ipertrofia congenita (con maggiore frequenza negli idioti, nei cretini) o acquisita (nei tumori, nell'acromegalia,ecc.) della lingua. Mal riconosciuto alla nascita, l'ingrossamento patologico della lingua diviene apprezzabile in concomitanza con l'eruzione dentaria, oppure molto più tardi. Il prolasso linguale, dapprima episodico, diviene permanente, accompagnato da salivazione esagerata e da deformazione dell'arcata dentaria (per cui è facile che l'individuo morsichi la propria lingua).

MACROGLOBULINEMIA

MACROGLOBULINEMIA, presenza nel plasma sanguigno di globuline di peso molecolare elevato (aventi struttura uguale alle globuline M e individuale con l'esame elettroforetico; vedi immunoglobuline). Queste globuline sono osservate nel corso di alcune malattie, come cirrosi epatica, nefropatie, epatiti croniche, lupus, mononucleosi infettiva, epiteliomi, ecc.

LUTEOMA, tumore benigno dell'ovaia

LUTEOMA, tumore benigno dell'ovaia; rappresenta una variante del tecoma, da cui si distingue perché nei casi di luteoma vi è, da parte delle cellule tumorali, capacità a secernere ormoni. Una specie di luteoma, costituito da cellule con pimento giallastro, può comparire talvolta dopo una gravidanza sotto forma di una cisti ovarica a parete giallo-oro e contenuto emorragico: all'origine di questi casi sta un'esagerata crescita, a carattere benigno, del normale corpo luteo dell'ovaia, una formazione legata allo sviluppo e alla crescita dell'uovo.

MORBO DI LUTEMBACHER

MORBO DI LUTEMBACHER: Morbo rappresentato da un vizio combinato di cuore, in cui coesistono pervietà interatriale e valvulopatia mitralica stenotica. La malattia è più frequente nelle donne. Poiché il sangue, per i due difetti combinati, stenta a passare dall'atrio sinistro nel sottostante ventricolo sinistro, e trova modo di penetrare attraverso il pertugio interatriale, si verifica abnorme' dilatazione dell'atrio destro. Inoltre esistono le seguenti ripercussioni cardiocircolatorie: ingrossamento dell'atrio destro e ventricolo destro per iperafflusso di sangue con dilatazione dell'arteria polmonare.

MACROCEFALIA, esagerato sviluppo del cranio

MACROCEFALIA, esagerato sviluppo del cranio in senso antere-posteriore e trasversale. L'ingrossamento del cranio, specie in senso trasversale con bozze frontali e parietali pronunziate, è anche una caratteristica dell'acondroplasia. La macrocefalia progressiva con marezzamenti venosi epicranici e diastasi delle suture craniche è assai spesso sintomo di idrocefalo (la cui comparsa è anteriore alla chiusura delle fontanelle infantili).

SINDROME DI MAC QUARRIE

SINDROME DI MAC QUARRIE, o ipoglicemia idiopatica familiare, sindrome caratterizzata da crisi ipoglicemiche e da perdita di coscienza, insorgenti a digiuno o dopo ingestione di proteine ricche di leucine. Il tasso d'insulina è normale durante la crisi. Colpisce i bambini nei primi anni di vita e tende alla guarigione nel periodo prepubere. Come terapia vengono adoperati glucosio, cortisonici, ACTH.

MACCHIA MONGOLICA

MACCHIA MONGOLICA, macchia di colorito scuro o bluastro-ardesiaco, che conìpare nella regione sacrococcigea nei neonati e nei lattanti, con tendenza ad attenuarsi o a sparire negli anni successivi; coesistono talvolta lieve distrofia cutanea e rari peli. Non ha significato patologico particolare ma desta l'interessata curiosità dei genitori; sarebbe frequente nei bambini di razza asiatica, come nelle popolazioni peruviane, boliviane, ecc. Si credeva che fosse una caratteristica del mongolismo ma le statistiche hanno smentito l'osservazione. Macchie di questo tipo si notano non raramente nei bambini europei e sembra che compaiano con maggiore frequenza nei bambini delle isole mediterranee.

Radiochirurgia stereotassica


Radiochirurgia stereotassica

MACROCEFALIA

MACROCEFALIA, esagerato sviluppo del cranio in senso antere-posteriore e trasversale. L'ingrossamento del cranio, specie in senso trasversale con bozze frontali e parietali pronunziate, è anche una caratteristica dell'acondroplasia. La macrocefalia progressiva con marezzamenti venosi epicranici e diastasi delle suture craniche è assai spesso sintomo di idrocefalo (la cui comparsa è anteriore alla chiusura delle fontanelle infantili).

MACCHIA MONGOLICA

MACCHIA MONGOLICA, macchia di colorito scuro o bluastro-ardesiaco, che conìpare nella regione sacro-coccigea nei neonati e nei lattanti, con tendenza ad attenuarsi o a sparire negli anni successivi; coesistono talvolta lieve distrofia cutanea e rari peli. Non ha significato patologico particolare ma desta l'interessata curiosità dei genitori; sarebbe frequente nei bambini di razza asiatica, come nelle popolazioni peruviane, boliviane, ecc.

LUTEOMA, tumore benigno dell'ovaia

LUTEOMA, tumore benigno dell'ovaia; rappresenta una variante del tecoma , da cui si distingue perché nei casi di luteoma vi è, da parte delle cellule tumorali, capacità a secernere ormoni. Una specie di luteoma, costituito da cellule con pimento giallastro, può comparire talvolta dopo una gravidanza sotto forma di una cisti ovarica a parete giallo-oro e contenuto emorragico: all'origine di questi casi sta un'esagerata crescita, a carattere benigno, del normale corpo luteo dell'ovaia, una formazione legata allo sviluppo e alla crescita dell'uovo.

MORBO DI LUTEMBACHER

MORBO DI LUTEMBACHER, morbo rappresentato da un vizio combinato di cuore, in cui coesistono pervietà interatriale e valvulopatia mitralica stenotica. La malattia è più frequente nelle donne. Poiché il sangue, per i due difetti combinati, stenta a passare dall'atrio sinistro nel sottostante ventricolo sinistro, e trova modo di penetrare attraverso il pertugio interatriale, si verifica abnorme' dilatazione dell'atrio destro. Inoltre esistono le seguenti ripercussioni cardiocircolatorie: ingrossamento dell'atrio destro e ventricolo destro per iperafflusso di sangue con dilatazione dell'arteria polmonare.

LUSSAZIONE DEL CRISTALLINO

LUSSAZIONE DEL CRISTALLINO, condizione patologica che si verifica quando la lente cristallinica, dalla sua posizione normale (che si trova dietro alla pupilla, immediatamente addossata alla faccia posteriore dell'iride), viene a trovarsi del tutto fuori della sua loggia o leggermente spostata da una parte o in alto (sub-lussazione). Naturalmente questo deriva dalla rottura del sistema di fibre (zonula) che tiene il cristallino sospeso in quella sede.

LUSSAZIONE

LUSSAZIONE, spostamento reciproco dei rapporti fra i capi ossei che intervengono nella formazione di un'articolazione. Può essere completa, quando non esiste più alcun rappoito fra i capi ossei, mentre si parla di forma incompleta o sub-lussazione nel caso in cui qualche punto di contatto, sia pure ridotto, esista ancora. Le lussazioni possono essere congenite e traumatiche e queste ultime si associano non infrequentemente a fratture ossee. Possono colpire qualsiasi articolazione, particolarmente quelle degli arti superiori e i sintomi sono rappresentati da dolore, impotenza funzionale, deformazione.

LUE DEL CUORE,

LUE DEL CUORE, malattia che interessa preminentemente due settori del cuore: l'aorta (aortite si ilitica o luetica) e le coronarie (coronaropatia sífilitica). I sintomi sono legati alla sede di lesione, cioè consistono in stasi a vario livello, o a tipo di angina pectoris. La diagnosi viene posta dal cardiologo, ma è provocata in sede di laboratorio con la reazione di Wassermann, che vira verso la positività.

LORDOTICA, ALBUMINURIA, o proteinuria ortostatica

LORDOTICA, ALBUMINURIA, o proteinuria ortostatica, malattia caratterizzata dalla presenza di proteinuria intermittente che compare nel bambino in stazione eretta e scompare nella posizione a riposo (a bambino coricato). Presumibilmente può dipendere da alterazioni della circolazione arteriosa renale, favorite da curvatura a concavità posteriore della colonna lombare (lordosi). La prognosi è ordinariamente buona, pur tenendo conto che talvolta la proteinuria ortostatica può essere un precoce segno di nefrite progressiva.

LORDOSI, incurvamento della colonna vertebrale

LORDOSI, incurvamento della colonna vertebrale con convessità volta posteriormente. Due sono i segmenti di colonna che presentano una lordosi fisiologica intesa a dare elasticità e flessibilità a tutto il rachide: in basso, a livello del segmento lombare, e in alto, all'altezza di quello cervicale, per cui si parla di lordosi fisiologica. La lordosi lombare è più accentuata nella donna che nell'uomo e contribuisce a conferire al portamento un inconfondibile marchio di femminilità. Un'ulteriore accentuazione, per una questione di equilibrio, avviene negli ultimi mesi di gravidanza.

LOMBOSCIATALGIA

LOMBOSCIATALGIA, forma dolorosa della colonna vertebrale lombare, che in genere compare a seguito di artrosi dei corpi vertebrali lombari, e sofferenza concomitante (ma non sempre) dei dischi frapposti, a mo' di cuscinetto, tra un corpo vertebrale e l'altro. Il disco può schiacciarsi, deformandosi e spremendo fuori la sua parte interna o centrale, detta nucleo polposo (evento abbastanza frequente nell'ernia del disco). Il discol erniando, va a comprimere ed a irritare le radici nervose in corrispondenza dello spazio tra la quinta vertebra lombare e la prima vertebra sacrale.

LOMBOARTROSI

LOMBOARTROSI, localizzazione del processo degenerativo artrosico a carico delle vertebre della colonna vertebrale. In genere la malattia si localizza al corpo vertebrale, e allora si parla di spondiloartrite, ma talvolta anche ai processi laterali e spinosi. Tutto il rachide lombare appare interessato, ed un esame radiografico mette in evidenza spesso processi osteofitici, che alterano la normale silhouette del tratto lombare della colonna vertebrale e della cerniera lombosacrale.

LOMBAGGINE

LOMBAGGINE, sindrome dolorosa localizzata nella parte lombare del dorso; è caratterizzata dalla comparsa di gravi e prolungati spasmi dei muscoli della regione lombare. Gli spasmi dolorosi sono legati alla presenza di uno stato infiammatorio dei muscoli per una lesione (provocata dal sollevamento da terra di un peso eseguito in modo poco razionale e fisiologico), per un'affezione articolare della colonna vertebrale, per un'ernia o una degenerazione di un disco intervertebrale. La lombaggine si cura con la somministrazione di salicilati e altri sedativi; molto utile è la termoterapia, cioè la terapia a base di calore, provocato da apparecchi in grado di farlo pervenire fino agli strati più profondi dei tessuti.

LOGORREA

LOGORREA, termine psichiatrico che descrive una particolare forma di espressione linguistica, caratterizzata da grande velocità di verbalizzazione, infaticabilità e fluidità. Il fatto è dovuto al succedersi rapido delle idee e dei pensieri, che devono quindi essere esternati. Il logorroico non solo parla troppo, ma anche di cose inutili. Logorrea si ha in persone eccitate, emozionate, in soggetti che hanno preso farmaci euforizzanti (Simpamina, Ritalin, ecc.), che hanno bevuto alcoolici, ma anche in malati ( affetti da frenosi maniaco depressiva, da schizofrenia).

LOCHIOMETRA

LOCHIOMETRA, ritenzione impropria, in un utero che si è sgravato dal prodotto del concepimento, dei liquidi (lochi) che dalla cavità uterina dovrebbero essere normalmente eliminati, dal momento del secondamento sino al 20° giorno circa del puerperio. Tali liquidi possono essere paragonati al secreto di una ferita, e, in effetti, non sono altro che il secreto della parete interna della cavità uterina, dalla quale si sono staccate placenta e membrane, come processo di riparazione.

LOBSTER FOOT

LOBSTER FOOT, espressione che significa « piede di aragosta; viene usata dallo specialista di malattie vascolari per indicare l'aspetto delle estremità inferiori allorché ì malati portatori di una malattia obliterante delle arterie periferiche sono soliti dormire con la gamba penzoloni per favorire l'afflusso di sangue al piede. Tenuto in posizione declive, il piede presenta una vasodilatazione capillare quale risultato del tentativo di compensare l'ostacolata circolazione arteriosa: si presenta perciò leggermente gonfio, piuttosto freddo e di un colore rossastro (che ricorda appunto quello dell'aragosta).

LOBITE

LOBITE, infiammazione di un lobo policonare, specialmente del lobo superiore destro, causata dal bacillo della tubercolosi. Sono colpiti di preferenza i soggetti dai 20 ai 35 anni. La sintomatologia si inizia di regola in modo acuto, come avviene nelle polmoniti: febbre subito elevata e continua, prostrazione, inappetenza, dolore al torace, affanno di respiro, tosse, escreato mucopurulento talora con sangue, sudori notturni. L'esame microscopico dell'escreato rivela la presenza di bacilli tubercolari; l'esame radiologico un'opacità del lobo. La terapia si effettua con farmaci specifici: streptomicina, PAS, isoniazide, etambutolo, ecc. Una lobite può aversi anche nelle polmoniti di altra natura, ma questo termine si riferisce particolarmente alla forma tubercolare.

giovedì 18 dicembre 2008

LITTRITI, infiammazioni ghiandole del Littré

LITTRITI, infiammazioni acute delle ghiandole del Littré, o ghiandole dell'uretra maschile, che si trovano disseminate per tutta la lunghezza di questo canale, ma soprattutto nella parte anteriore. Le littriti sono frequenti nel corso della blenorragia, costituendone una complicanza: le ghiandole si gonfiano, si riempiono di pus, sono dolorose. Le cure moderne della blenorragia, fatte tempestivamente, hanno reso molto meno frequenti le littriti.

MORBO DI LITTLE lesione cerebrale

MORBO DI LITTLE: conseguenza di una lesione cerebrale verificatasi nel periodo fetale per intossicazioni o infezioni che abbiano colpito la madre, ma. sovente senza causa apparente. Il sintomo è la contrattura spastica dei muscoli di entrambi gli arti inferiori durante la marcia. Appena i piedi toccano terra gli arti si irrigidiscono in modo irresistibile; in posizione orizzontale, invece, lo spasmo si attenua e gli arti possono essere mossi con relativa facilità.

LITIASI SALIVARE, o calcolosi delle ghiandole salivari

LITIASI SALIVARE, o calcolosi delle ghiandole salivari, affezione che predilige l'uomo adulto, di riscontro più frequente nella ghiandola sottomascellare che non nella parotide, per il decorso più tortuoso del dotto escretore della prima e per il suo tenore più elevato in mucina che facilita la concrezione dei sali minerali. Causa della formazione dei calcoli sono le infezioni della ghiandola, di origine dentaria, e l'alcalinità della saliva, che favoriscono la precipitazione di fosfati e carbonati di calcio; la presenza del calcolo impedisce la fuoriuscita della saliva e crea le condizioni favorevoli all'infiammazione della ghiandola fino a provocare, durante la masticazione, delle vere coliche salivari; facile la suppurazione secondaria; l'esame radiografico in bianco e meglio ancora la scíalografia facilitano la diagnosi.

LISTERIOSI, malattia infettiva

LISTERIOSI, malattia infettiva dovuta ad un bacillo, la Listeria monocytogenes. Oltre all'uomo, il bacillo può infettare una quarantina di specie di mammiferi domestici e selvatici, i polli, i pesci, i crostacei; lo si è trovato nell'acqua, sul suolo, nella polvere, nei liquami di rifiuto. I sintomi sono estremamente variabili: meningite, encefalite, oppure angina, endocardite, eruzioni cutanee, ascessi, infezioni urinarie, congiuntivite, setticemie. Se la listeriosi colpisce una donna in gravidanza possono derivarne l'aborto, il parto prematuro, oppure la nascita d'un bambino con meningite, encefalite, polmonite, ittero, convulsioni.

LIPOSARCOMA, tumore maligno

LIPOSARCOMA, tumore maligno originato dalle cellule del tessuto grassoso. E', insieme al fibrosarcoma, uno dei più comuni tumori delle parti molli, cioè delle strutture non scheletriche di arti e tronco. Insorge preferibilmente a livello delle cosce e dello spazio retroperitoneale, nella profondità dell'addome, ma tutte le parti del corpo possono esserne còlpite. Il liposarcoma assume discrete dimensioni, infiltra e distrugge le parti sane vicine come tutti i sarcomi, è di consistenza piuttosto dura con aree traslucide o giallastre, provoca dolore e tumefazione della parte; se compare in sedi profonde, non esplorabili dall'esterno, lo si diagnostica ricorrendo alla radiografia e all'angiografia, cioè all'iniezione di sostanze, opache ai raggi, nei vasi sanguigni che vanno al tumore e che così ne disegnano una specie di immagine.

LIPOPROTEINEMIA, quantità di lipoproteine presenti nel sangue

LIPOPROTEINEMIA, quantità di lipoproteine presenti nel sangue. I grassi ( lipidi) del sangue sono legati a proteine ( lipoproteine) le quali han- no la funzione di mantenerli disciolti. Si distinguono lipoproteine alla e beta; il colesterolo ed i trigliceridi, che tanta importanza hanno per l'aterosclerosi, sono contenuti principalmente nelle lipoproteine beta. Un aumento delle lipoproteine beta corrisponde pertanto ad un aumento del colesterolo e degli altri grassi del sangue.

LIPOMA, tumore benigno

LIPOMA, tumore benigno costituito dalle stesse cellule che formano il tessuto adiposo. Poiché nel nostro corpo il grasso è molto abbondante, sotto la pelle, tra i muscoli, attorno agli organi interni, la frequenza del lipoma è abbastanza alta, e tutte le sedi del corpo possono esserne colpite, anche se alcune, in particolare il sottocute, sono largamente favorite. Il lipoma può essere unico o multiplo e avere le più varie dimensioni; si presenta come una massa rotondeggiante, ben circoscritta, mobile alla palpazione, molliccia; può crescere di volume se si ingrassa e diminuire in casi di dimagramento; le cause della sua comparsa sono completamente sconosciute.

LIPODISTROFIA, o malattia di Barraquez-Simons

LIPODISTROFIA, o malattia di Barraquez-Simons, alterazione del tessuto adiposo che colpisce soprattutto il sesso femminile prima della pubertà o alla menopausa. E' caratterizzata da un aumento dell'adipe in tutta la metà inferiore del corpo, che rende i fianchi e le natiche sporgenti, grosse le cosce e le gambe e, nello stesso tempo, dall'atrofia dell'adipe della parte superiore del corpo, così che il viso, il collo, le spalle, il torace e gli arti superiori appaiono magri, scheletriti.

LIPOBLASTOMA, raro tumore

LIPOBLASTOMA, raro tumore costituito da celle adipose giovani e presente in tutte le sedi ove vi sia normalmente grasso. Non si distingue dal comune lipoma se non per alcune caratteristiche microscopiche ed è benigno. Nell'infanzia può talvolta esistere un quadro caratterizzato dalla comparsa di numerosi di questi tumori nel grasso sottocutaneo e allora si parla di lipoblastomatosi infantile.

LIPEDEMAi ngrossamento degli arti inferiori

LIPEDEMA, forma di ingrossamento degli arti inferiori, che presenta alcuni caratteri differenziali rispetto al linfedema: in primo luogo si localizza ad entrambi gli arti e non ad uno soltanto, inoltre si accompagna generalmente ad obesità, infine può aumentare di grado ma non di estensione. Al pari del linfedema, il lipedema tende ad insorgere nel sesso femminile all'epoca della pubertà, può trasmettersi per via ereditaria dalle madri alle figlie, diventa più evidente stando in piedi. Ma in posizione coricata il gonfiore non si riduce che di poco (tutt'al più le gambe, al mattino, hanno un aspetto meno teso); alla palpazione si apprezza bene lo spessore del manicotto di grasso che sta sotto la pelle e che cede facilmente sotto le dita, anche se non ne conserva l'impronta.

TUMORI DELLA LINGUA

TUMORI DELLA LINGUA, la lingua può essere sede di tumori benigni, quali papillomi rilevati sulla superficie, angiomi che facilmente sanguinano, mioblastomi in forma di noduli mollicci e tumori che originano dalle ghiandole salivari; ma la forma più frequente è un tumore maligno, il carcinoma spinocellulare, derivato dall'epitelio delle mucosa. Il carcinoma linguale è, dopo quello del labbro, il più frequente tra i cancri della bocca, colpisce con larga preferenza gli uomini e raramente le donne, si localizza per lo più sui bordi e sui due terzi anteriori dell'organo; ha la forma di un rilievo o di ulcerazione a bordi e a fondo duri. Può darsi che nella sua origine abbia importanza il fumo di tabacco; spesso il cancro insorge su zone irritate da una protesi dentaria mal fatta o rovinata.

linfoma maligno linfocitico

linfoma maligno linfocitico; indica un tumore maligno costituito da linfociti, cioè dalle cellule delle linfoghiandole. Il linfosarcoma può evolvere verso una forma di leucemia linfatica cronica, ma nei casi tipici si presenta come una massa tumorale a limiti mal distinti, di colorito roseo come carne di pesce, localizzata in una linfoghiandola o in un gruppo di linfoghiandole, oppure in una tonsilla, o anche, non raramente, nello stomaco e nell'intestino tenue, o eccezionalmente in qualsiasi altro organo. Per quanto riguarda cura e risultati, vedi linfoma maligno.

LINFORRAGIA, fuoruscita di linfa dai vasi linfatici

LINFORRAGIA, fuoruscita di linfa dai vasi linfatici. Il liquido linfatico può farsi strada all'esterno (il che avviene in caso di ferita, sia operatoria che accidentale, alla radice di un arto: ascella o inguine), oppure raccogliersi nel sottocutaneo (evenienza che può verificarsi quando una ferita alla radice di un arto si è chiusa e sotto di essa la raccolta linfatica appare come una tumefazione fluttuante) . La linforragia all'esterno si rende manifesta con una perdita di liquido chiaro che mantiene sempre bagnata la medicazione e ritarda la guarigione della ferita.

LINFOMA MALIGNO

LINFOMA MALIGNO, termine che indica generalmente i tumori maligni delle ghiandole linfatiche e di altre sedi in cui abbonda il tessuto linfatico (tonsille, stomaco, intestino) e che, a rigore, comprende anche il linfogranuloma. Oggi, però, quando si parla di linfomi, ci si riferisce implicitamente a quei tumori maligni linfatici che non sono linfogranulomi, sicché invece che di linfomi si deve parlare più propriamente di linfomi non Hodgkin.

LINFOCITOSI INFETTIVA ACUTA,

LINFOCITOSI INFETTIVA ACUTA, malattia a decorso lieto, di probabile origine virale, caratterizzata inizialmente da febbre e irrequietezza, poi da dolori addominali, con scarsa compromissione delle vie respiratorie, senza che compaia ingrossamento di ghiandole e di milza. La febbre dura intorno a tre giorni. L'esame del sangue rende evidente un aumento dei globuli bianchi (possono salire dai normali seimila fino a quarantamila) e delle cellule linfocitarie.

LINFOADENITE MESENTERICA ACUTA

LINFOADENITE MESENTERICA ACUTA, affezione che predilige l'infanzia senza risparmiare le età successive, caratterizzata da febbre elevata, resistenza addominale diffusa, dolori modesti paraombelicali e vomito assente o scarso. All'esame del sangue i leucociti sono normali o scarsamente aumentati. Non è sempre facilmente differenziabile dall'infiammazione degli organi vicini (appendice, bacinetto renale) o dai dolori addominali che colpiscono il bambino affetto da polmonite. Ne è causa l'infiammazione delle ghiandole del mesentere (sacco che copre l'íntestino).

LINFOADENITE, o linfopatia

LINFOADENITE, o linfopatia, alterazione delle ghiandole linfatiche, o linfoghiandole, situate lungo il decorso dei vasi linfatici, e riunite in gruppi detti linfonodi, o stazioni linfoghiandolari, situati superficialmente (collo, ascelle, inguini) e in profondità ( regione dell'aorta, del mediastino, ecc.).

LINFEDEMA, gonfiore arti

LINFEDEMA, gonfiore di uno o di entrambi gli arti — generalmente arti inferiori — dovuto al ristagno del liquido linfatico per insufficienza congenita (ossia già presente alla nascita) oppure acquisita (ossia sopravvenuta nel corso della vita) dei vasi linfatici, deputati appunto al trasporto della linfa. Il linfedema congenito può essere di due tipi: semplice, allorché si manifesta solo in un membro d'una famiglia; ereditario, quando colpisce un certo numero di consanguinei, tanto da essere imputabile ad un'alterazione genetica (è noto anchecon il nome di malattia di Milroy).

LINFANGITE, infiammazione dei vasi linfatici

LINFANGITE, infiammazione dei vasi linfatici, che può insorgere in qualunque parte del corpo e che si accompagna solitamente all'infiammazione e all'ingrossamento delle linfoghiandole a cui il linfatico o i linfatici colpiti fanno capo. Generalmente la causa della linfangite acuta è un germe: per lo più lo streptococco. Un piccolo foruncolo, una ferita banale e superficiale non ben disinfettata, un graffio al quale non si è dato importanza, una puntura d'insetto, una vecchia ulcera varicosa, una micosi localizzata tra le dita dei piedi: sono tutti possibili punti di partenza di una linfangite, in quanto ognuna di queste lesioni può costituire la porta d'entrala di germi attraverso la cute.

LINFANGIOSARCOMA, tumore maligno molto raro

LINFANGIOSARCOMA, tumore maligno molto raro, dovuto a proliferazione atipica delle cellule di rivestimento interno dei vasi linfatici. Il tipico linfangiosarcoma compare nel braccio di donne che hanno subito un'asportazione di mammella per cancro e si manifesta come ingrossamento, indurimento e arrossamento doloroso dell'arto. Le possibilità terapeutiche, radiologiche o farmacologiche, sono scarse.

LINFANGIOMA, tumore benigno

LINFANGIOMA, tumore benigno, formato da vasi linfatici irregolarmente proliferati, di origine malformativa. Ha sede preferenziale nel collo e nella cavità addominale e si presenta in forma di massa molliccia, di volume anche notevole, fornita all'interno di cavità cistiche contenenti linfa giallognola. È un tumore piuttosto raro, curabile con asportazione chirurgica, o con applicazioni di raggi nei casi in cui l'intervento non sia possibile.

LINFANGECTASIA INTESTINALE

LINFANGECTASIA INTESTINALE, alterazione congenita, o acquisita per cause non chiare, riguardante i vasi linfatici dell'intestino, che appaiono dilatati. Le sostanze grasse, normalmente assorbite per via linfatica, trovano un ostacolo al loro transito attraverso i vasi linfatici intestinali, nei quali esiste una circolazione difettosa, una stasi della linfa; ne deriva una perdita di grassi con le feci. Si tratta dunque d'un malassorbimento, comportante come sintomo più evidente l'emissione di feci abbondanti, di aspetto grigiastro e untuoso (steatorrea). Quasi sempre vi è anche diarrea. Il malassorbimento comporta nel bambino un difetto di accrescimento ed un aspetto tipicamente emaciato che contrasta con l'addome fortemente voluminoso.

MALATTIA DI LIGHTWOOD

MALATTIA DI LIGHTWOOD, malattia caratterizzata da mancanza di appetito, vomito, ritardo dell'accrescimento ponderale, muscoli flaccidi, urinazione abbondante, ipertensione. Se il decorso è lungo compaiono calcoli renali e impoverimento del calcio osseo. Le cause non sono state esattamente focalizzate. L'esame del sangue rende evidenti una diminuzione del sodio e un aumento del cloro: all'esame delle urine si riscontrano proteine. La dieta è prevalentemente vegetariana. Le cure sono sintomatiche con somministrazione di alcalini. La guarigione è possibile.

LICHEN SIMPLEX, o neurodermite circoscritta

LICHEN SIMPLEX, o neurodermite circoscritta, lesione cutanea localizzata che ha questo aspetto tipico: forma rotonda o ovalare, in rilievo, ad aspetto zigrinato o a ciottoli di pavimento, colorito roseo, superficie lucida. La chiazza così descritta in genere è unica e ha sedi caratteristiche: nuca, lati del collo, avambraccio, gambe, faccia interna delle cosce, regime sacrale, scroto, vulva. Colpisce indifferentemente entrambi i sessi; la causa non è nota, ma il meccanismo scatenante può essere un fattore psicosomatico (onde il nome di neurodermite): esso agisce attraverso il riflesso del prurito, che spesso è continuo.

SINDROME DI LHERMITTE allucinosi peduncolare

SINDROME DI LHERMITTE, o allucinosi peduncolare di Lhermitte, sindrome caratterizzata da una lesione infettiva, vascolare o tossica localizzata nel peduncolo cerebrale, particolarmente nelle cellule nervose che circondano l'acquedotto di Silvio (canale di comunicazione tra il 4° ventricolo e i ventricoli cerebrali, nei quali è contenuto il liquido cefalorachidiano). La sintomatologia consiste nell'impressione di vedere immagini vivaci, ma ferme, di fiori o animali o altro, soprattutto verso sera.

MALATTIA DI LEYDEN atassia cerebellare acuta

MALATTIA DI LEYDEN, o atassia cerebellare acuta, malattia dovuta a lesioni diffuse al cervello causata da una degenerazione spontanea o tossica, che colpisce soprattutto i bambini. Si manifesta con improvvise convulsioni, offuscamento della coscienza, mal di testa, vomito, malessere generale, insonnia. In un secondo momento il bambino presenta difficoltà di coordinamento dei movimenti dovuto alla sofferenza del cervelletto (atassia), disturbi respiratori e vegetativi (da lesioni al bulbo) e paralisi di alcuni gruppi muscolari. Talora si ha nistagmo e clono muscolare del piede. Poiché si tratta di una leucoencefalite acuta disseminata su tutto il territorio del sistema nervoso centrale i sintomi possono essere i più vari.

LEUCOSARCOMA

LEUCOSARCOMA, termine oggi in disuso, che indica quei casi di leucemia in cui alla invasione del sangue, del midollo osseo e delle ghiandole linfatiche si associano masse tumorali (costituite da cellule leucemiche) nell'ambito di altri organi e tessuti. La presenza di queste masse sarcomatose non altera i criteri di diagnosi e trattamento della leucemia; semmai la prognosi sarà un poco meno favorevole, perché la presenza di tumore al di fuori delle sedi solite indica una maggiore aggressibilità intrinseca della malattia nel caso specifico.

sabato 13 dicembre 2008

ITTISMO, intossicazione da pesci

ITTISMO, intossicazione da pesci. A parte le intossicazione dovute al consumo di pesci in incipiente decomposizione, con formazione d'una sostanza velenosa simile all'istamina, alcuni pesci possono essere tossici anche nello stato di perfetta freschezza. Nelle nostre regioni l'ittismo è raro, e riguarda specialmente i pesci d'acqua dolce quali il barbo, la tinta, il luccio. La velenosità si manifesta all'epoca della fregola, per consumo delle uova, con sintomi variabili, ma in genere a carico dell'intestino, con diarrea profusa. Nei mari tropicali, invece, la velenosità dei pesci assume ben altra importanza, potendo essi contenere tossine molto resistenti al calore, con azione paralizzante sui centri nervosi del cuore e della respirazione, manifestazioni gastroenteriche simili a quelle del colera, e cutanee del tipo dell'orticaria.

ITTIOSI, pelle di pesce

ITTIOSI, letteralmente pelle di pesce, dermatosi ereditaria che compare non alla nascita (non è quindi congenita), ma nei primi mesi di vita, e persiste per tutta la vita. L'intero corpo è colpito, tranne le pieghe delle grandi articolazione (gomito, ascella, inguine, poplite) e le mucose. Si tratta di una malformazione trasmessa attraverso le cellule germinali. Le caratteristiche della pelle sono la sua aridità e la ipercheratosi, cioè le squame. Queste sono caratteristiche, poste una accanto all'altra come quelle di un pesce. Le secrezioni sebacea e sudoripara sono molto diminuite. La malattia colpisce quasi sempre l'uomo; la donna, pur potendo essere portatrice di ittiosi, non presenta mai le manifestazioni cliniche.

ITTERO NEONATALE

ITTERO NEONATALE, colorito giallo della pelle che può comparire normalmente in un neonato e durare dai primi giorni di vita fino alla seconda settimana. Il decorso è benigno, senza ulteriori conseguenze. Alla nascita vi è una distruzione di globuli rossi ed il fegato è ancora incapace a provvedere alla loro fabbricazione. Quando l'ittero ha una certa imponenza bisogna calcolare il tasso di bilirubina nel sangue; per tassi stabili inferiori ai 13-15 mg per 100 ml si tratta di ittero fisiologico neonatale. Quando questi valori sono superati bisogna ricercare le cause, che sono molte e spesso difficilmente individuabili ( tra le più importanti: setticemia, sifilide, canalizzazione insufficiente delle vie biliari, toxoplasmosi, leucemia congenita, malattie emolitiche, emorragie interne, assunzione da parte della madre prima del parto di medicamenti come sulfamidici, salicilici, cloramfenicolo, steroidi, caffeina, vitamina sintetica, ecc.).

ITTERO EMOLITICO COSTITUZIONALE, o sferocitosi costituzionale

ITTERO EMOLITICO COSTITUZIONALE, o sferocitosi costituzionale, o malattia di Minkowski-Chauffard, malattia i cui sintomi sono: ittero moderato, feci colorate, urine arancione, ritardato sviluppo somatico. È assente il prurito ma coesistono ingrossamento del fegato e della milza, dolori colecistici, dovuti a formazione di calcoli di bilirubinato di calcio, dolori splenici. L'esame del sangue mette in evidenza una marcata diminuzione e alterazione dei globuli rossi, presenza di reticulociti, diminuzione della resistenza globulare, per cui si hanno crisi di distruzione delle cellule ematiche e cattivo funzionamento della milza e del midollo osseo.

ITTERO DA STASI

ITTERO DA STASI, forma particolare di itterizia (cioè di colorazione gialliccia della cute per imbibizione dei tessuti dovuta ad impregnazione di pigmenti biliari), in rapporto con ingorgo di sangue a livello del fegato. La stasi a livello epatico determina appunto il cosiddetto fegato da stasi e l'itterizia in superficie ne è un sintomo indiretto. Il fegato ingrossa vistosamente perché intasato di sangue e di bile. Portano a ittero da stasi tutte le cardiopatie che evolvono verso lo scompenso. Nel sangue si repertano aumenti della bilirubinemia e nelle urine l'eliminazione dei pigmenti biliari (urobilinuria e bilirubinuria).

ITTERO

ITTERO, sintomo, da cause multiple, caratterizzato da colorito giallo, più o meno intenso, interessante pelle e mucose; ne è causa l'impregnazione della pelle da parte di pigmenti biliari. Il subittero è uno stadio molto sfumato dell'ittero che si rende apprezzabile nelle congiuntivo o dove la pelle è molto chiara (itteri intensi possono anche sfuggire alla luce artificiale per cui, nell'apprezzamento del sintomo, è necessaria una buona illuminazione naturale). L'ittero si manifesta quando esiste un'occlusione dei dotti biliari escretori ( ittero da ritenzione, ittero colostatico), quando è lesa la cellula apatica (ittero epatocellulare, ittero da riassorbimento) e quando, in conseguenza di un'eccessiva emocateresi (aumentata distruzione dei globuli rossi), si incrementa la formazione di pigmenti biliari che invadono il sangue senza che le cellule apatiche riescano a disimpegnare l'emergenza (ittero emolitico o pleiocromico).

ITERAZIONI stereotipia

ITERAZIONI, o stereotipia, sintomi di patologia della volontà e dell'attività che consistono nella ripetizione acritica di gesti, parole o movimenti che possono essere anche privi di senso. Indicano una regressione affettiva verso momenti infantili.

ISTIOCITOSI MALIGNA malattia ghiandole linfatiche

ISTIOCITOSI MALIGNA, malattia che interessa ghiandole linfatiche ed altri tessuti e che da alcuni viene catalogata tra le varie espressioni cliniche dei linfomi; grosso modo questa malattia, dovuta a proliferazione atipica degli istiociti, cellule mobili dei connettivi, potrebbe essere considerata come una forma particolarmente maligna di linfoma. In realtà questa malattia non è stata ancora definitivamente catalogata, non tutti ne ammettono l'esistenza come forma morbosa a sé stante e vi è possibilità di confusione con altre lesioni ad andamento maligno che non hanno vero carattere tumorale e che sono note come reticolosi maligne.

ISTINTO

ISTINTO, termine psicologico che indica « un meccanismo nervoso ad organizzazione gerarchica, il quale, in risposta a determinate costellazioni di stimoli, interni o esterni all'organismo, aventi significato di avvertimenti, di evocazione o di indirizzo, provoca l'attuazione di movimenti coordinati al mantenimento dell'individuo e della specie » (Tinbergen)., Gli istinti sono, pertanto, comportamenti finalizzati al mantenimento della specie ed hanno una base ereditaria. I più noti istinti umani sono quello dell'autoconservazione, la libido e la tendenza alla morte (Freud) o la volontà di potenza (Adler).

ISTIDINEMIA anomalia genetica

ISTIDINEMIA, rara malattia dovuta ad un'anomalia genetica, l'assenza dell'enzima istidasi, necessario per il ricambio dell'istidina, un aminoacido costituente delle proteine. Si ha un accumulo di istidina nei tessuti, con risentimento soprattutto cerebrale che si manifesta nel ritardo mentale e nelle alterazioni del linguaggio. La diagnosi viene confermata dalla presenza di istidina nel sangue in quantità superiore alla norma, e dalla presenza nell'urina di acido betaimidazolil-piruvico. La malattia viene trasmessa da genitori apparentemente sani, ma entrambi portatori dell'anomalia; la probabilità della nascita d'un figlio ammalato è di 1 su 4.

ISTERO-EPILESSIA

ISTERO-EPILESSIA, malattia di interesse neuropsichiatrico nella quale si hanno simultaneamente manifestazioni epilettiche ed isteriche, come indice della presenza di ambedue le forme morbose combinate. Si tratta di soggetti che hanno un'epilessia e che sono anche isterici. Le crisi epilettiche compaiono anche durante il sonno, quelle isteriche mai. Le crisi epilettiche sono meno teatrali di quelle isteriche e compaiono più repentinamente e sono seguite da un torpore che non si ha in quelle isteriche.

ISTERISMO, o isteria

ISTERISMO, o isteria, sindrome di interesse psichiatrico che colpisce preferibilmente le donne e che si manifesta con modificazione corporee o psicologiche dovute ad una causa inconscia. Spesso gli psicanalisti preferiscono parlare di conversione one isterica sterica (per indicare che una tendenza affettiva invece di essere proiettata verso le persone presenti nell'ambiente esterno si orienta sul corpo). Alcuni studiosi (Eysenck) pensano ad una predisposizione ereditaria. Per Freud l'isterico scarica la propria angoscia generando comportamenti (a genesi inconscia) del corpo capaci di utilizzare l'energia repressa e rimossa,, traendo da ciò qualche soddisfazione. Glover afferma che « sebbene somatici nella forma, i sintomi di conversione sono essenzialmente delle drammafizzazioni dei processi inconsci del pensiero ».

ISCHEMIA MIOCARDICA

ISCHEMIA MIOCARDICA, improvviso impoverimento di irrorazione sanguigna a livello del muscolo cardiaco, o miocardio, per difetto di apporto sanguigno da parte delle arterie coronarie. Anatomicamente l'insufficienza miocardica è il presupposto indispensabile per arrivare inizialmente alla crisi di angina pectoris, e successivamente all'infarto miocardico. Il miocardio risponde all'insulto ischemico con la classica sintomatologia dolorosa dell'angina pectoris. Il tracciato, elettrocardiografico fa registrare insufficiente irrorazione sanguigna, cioè ischemià. È meglio bloccare subito l'evoluzione ischemica per evitare un infarto miocardico. Portano ad ischemia miocardica: l'arteriosclerosi delle coronarie, il reumatismo delle coronarie - (coronarite acuta reumatica), il diabete (coronaropatia diabetica), la lue (coronaropatia luetica), gli spasmi delle coronarie su base nervosa, l'eccesso di fumo, l'ipertensione arteriosa con ingrossamento del cuore sinistro (ischemia da discrepanza). Durante la crisi ischemica spesso si verifica caduta della pressione arteriosa.

IRSUTISMO, aumento dei peli su tutto il corpo

IRSUTISMO, aumento dei peli su tutto il corpo di una donna (sulle gambe, sul viso, sul petto) con disposizione di essi a tipo maschile (baffi, basette,barba, a croce sul petto, tipo fiore di carta da gioco sul pube), con presenza talora di acne, ma con assenza di virilismo psichico e senza alterazioni del trofismo degli organi genitali. Si ritiene che l'irsutismo sia dovuto ad un eccesso di produzione degli ormoni 17-Ketosteroidi. I peli, in base alla loro topografia, vengono distinti in: peli corporei generali, peli ambosessuali (ascellari, pubici, che appaiono alla pubertà in entrambi i sessi), peli sessuali veri, o maschili (baffi, barba, peli sternali, agli arti, al dorso).

IRIDODONESI tremore dell'iride

IRIDODONESI, condizione patologica in cui si può apprezzare una specie di vibrazione o di tremore dell'iride, non più sostenuta posteriormente dalla presenza del cristallino, il quale si trova spostato dalla sua sede. E' perciò l'anomalia del cristallino che mette in evidenza Piridodonesi. La causa può riconoscersi in alterazioni congenite, posi-infiammatorie o traumatiche del globo. L'iridodonesi si riscontra anche negli esiti per intervento di cataratta in cui la lente cristallinica opacata è stata asportata. Non è possibile ovviare a questo inconveniente, che d'altra parte arreca un minimo disturbo visivo.

IRIDOCICLITE REUMATICA, infiammazione dell'iride

IRIDOCICLITE REUMATICA, processo infiammatorio acuto dell'iride, cioè della parte dell'occhio visibile che circonda concentricamente la pupilla. La malattia colpisce simmetricamente i due occhi e può accompagnarsi anche ad interessamento di altre parti vicine (corpo ciliare, coroide). Si tratta in genere di una forma di reumatismo localizzato all'occhio (occhio reumatico), però il reumatismo non è la sola causa che provoca l'iridociclite: favoriscono la malattia oculare anche altre malattie, come la tubercolosi, il diabete e, specialmente, la gotta. Il malato avverte dolore agli occhi, insofferenza alla luce, lacrimazione continua. Oggettivamente l'occhio appare modificato nel suo colore per la congestione che l'infiammazione procura. Il malato avverte spesso annebbiamento della vista di vario grado.

IPOVITAMINOSI, scarsità di vitamine nell'alimentazione

IPOVITAMINOSI, conseguenza della scarsità di vitamine nell'alimentazione. Mentre le malattie da mancanza assoluta di determinate vitamine, o avitaminosi, sono rare nella nostra popolazione, una relativa insufficienza di vitamine è assai frequente. Essa non provoca malattie caratteristiche ad andamento acuto, come sono appunto le avitaminosi (per esempio il beri-beri, il rachitismo, ecc.), bensì un senso di diminuito benessere generale ed un affievolimento di talune funzioni (digerente, cardiaca, nervosa, sessuale), alterazioni cutanee e dentarie, facile insorgenza e scarsa resistenza alle malattie infettive. L'insufficienza vitaminica non dipende soltanto da fattori economici, che impediscono che il cibo sia variato, ma anche dalla eccessiva raffinazione degli alimenti, molti dei quali sono in tal modo privati di quelle parti che contengono la maggiore quantità di vitamine, oppure dall'azione distruttiva della cottura dei cibi, cosicché tutte le classi sociali possono essere colpite da ipovitaminosi.

IPOTROFIA diminuzione volume organo o tessuto

IPOTROFIA, diminuzione del volume di un organo o di un tessuto quando hanno raggiunto il loro sviluppo; si differenzia dall'ipoplasia, per la quale lo sviluppo completo non si è mai compiuto. L'ipotrofia scheletrica a carico di un arto o di una sua parte si produce per una carenza alimentare di natura circolatoria che si stabilisca al suo livello o per una frattura o per mancanza di esercizio. Può insorgere a tutte le età. La cura consiste nel rimuovere la causa e nel ristabilire un abbondante ricambio circolatorio.

IPOTIROIDISMO ridotta efficienza funzionale della tiroide

IPOTIROIDISMO, condizione di ridotta efficienza funzionale della tiroide: perché tale condizione si manifesti è però necessario che la lesione della ghiandola tiroidea in grado di menomare l'efficienza interessi oltre il 90 per cento della ghiandola stessa (basta infatti un 5-10 per cento di residuo di ghiandola funzionante per mantenere una attività sufficiente). L'ipotiroidismo può essere dovuto a due differenti cause fondamentali: una è costituita da alterazioni dirette della tiroide (in tal caso si parla di ipotiroidismo primitivo), l'altra costituita da disfunzioni ipofisario con conseguente deficit di increzione di ormone tireotropinico, stimolante la funzione tiroidea (in tal caso si parla di ipotiroidismo secondario o ipofisario). Carattersitica dell'ipotiroidismo è in ogni caso un rallentamento di tutti i processi metabolici con le tipiche conseguenze a livello di tutto l'organismo e del sistema nervoso ( con quadri che vanno dal torpore psichico al cretinismo)

IPOTENSIONE ARTERIOSA

IPOTENSIONE ARTERIOSA, condizione diametralmente opposta a quella della ipertensione arteriosa, che si manifesta stranamente con sintomi analoghi a quelli ipertensivi. In genere si parla di ipotensione arteriosa quando la tensione massima scende sotto i 100 mm di mercurio. Il concetto, però, è un po' elastico, perché anche gli sbalzi che si verificano nella tensione arteriosa normale e abituale comportano ipotensione. Ad esempio se una persona ha normalmente una tensione arteriosa massima di 160 e questa scende a 110, essa va incontro a sintomatologia ipotensiva. Le cause dell'ipotensione arteriosa sono molteplici. Vi è un'ipotensione legata alla costituzione, per cui certi soggetti non fanno mai registrare valori superiori a 100 di massima.

IPOSTASI, accumulo sangue polmono

IPOSTASI, accumulo di sangue nelle parti declivi del polmone che si verifica negli individui costretti a lunghe degente in decubito dorsale. In linea generale per ogni ristagno sanguigno nelle parti declivi del corpo si parla di ipostasi. Ipostasi cadaverica si osserva nei cadaveri (regioni lombari, arti inferiori in caso di impiccagione) dopo un certo tempo dalla morte.

IPOSSIEMIA deficiente ossigenazione del sangue,

IPOSSIEMIA, o ipossia, deficiente ossigenazione del sangue, per lo più condizionata dall'esagerata viscosità sanguigna; ne sono sintomi la cianosi dei tegumenti e delle mucose, il raffreddamento delle estremità con coesistente ingrossamento del fegato e turgore delle vene, specie se varicose. L'impulso cardiaco diminuito comporta un rallentamento della circolazione e polso piccolo. L'ipossiemia è un sintomo che compare in molte malattie cardiache e cardiorespiratorie, nelle anemie gravi, nelle ostruzioni delle vie respiratorie, negli avvelenamenti da ossido di carbonio, da assunzione di oppio e derivati, da respirazione in ambienti carichi di gas inerti (che riducono l'ossigeno dell'aria come avviene nelle miniere).

IPOSOMIA difetto di crescita

IPOSOMIA, condizione, che si verifica durante l'infanzia, di difetto di crescita (calcolabile in base alle tabelle fisiologiche e alla tipologia familiare). Sia la iposomia che il nanismo possono avere cause endocrine (malattie dell'ipofisi e del sistema diencefalo-ipofisario, malattie della tiroide, malattie del corticosurrene, malattie delle gonadi) e non endocrine.

IPOPLASIA GENITALE

IPOPLASIA GENITALE, voce che deriva dal greco e che indica uno sviluppo scarso, manchevole, che colpisce, congenitamente, un tessuto od un organo. Va distinta dall'ipotrolia (upó = meno, e trofè = nutrizione) in cui si verifica lo stesso fenomeno, però non congenito, ma acquisito. Esiste uno stato costituzionale ipoplasico (assieme all'astenico, al picnico, all'intersessuale, ecc.) che non altera gravemente la morfologia o la funzione, nel senso che è sempre nell'ambito della normalità. Ma esso si discosta moderatamente da quella che è la costituzione perfetta che prevede due sole forme: la longilinea e la brevilinea.

IPOPLASIA

IPOPLASIA, termine generico che sta ad indicare la diminuzione di sviluppo di un organo o di un tessuto, provocata da qualsiasi causa. L'ipoplasia ossea può interessare qualsiasi elemento scheletrico e avviene in seguito ad arresto della sua formazione durante la vita intrauterina. Con le forme di aplasia ossea e displasia, fa parte del grande capitolo delle deformità congenite.

IPOPITUITARISMO insufficienza ipofisaria

IPOPITUITARISMO, condizione morbosa dovuta ad insufficienza ipofisaria, suddivisibile in due grandi gruppi il panipopituitarismo, e Npopituitarismo parziale ( deficienza diencefalo-ipofisaria parziale con diverse manifestazioni cliniche a seconda dell'età in cui si verifica: mixedema ipofisario, iposurrenalismo ipofisario, ipogonadismo ipofisario, nanismo endocrino).

IPOPION alterazione camera anteriore dell'occhio

IPOPION, alterazione del contenuto della camera anteriore dell'occhio, che normalmente contiene l'umor acqueo, liquido trasparente e incolore. In questa alterazione si rileva presenza di livello purulento nella parte inferiore della camera anteriore, causato da affezioni infiammatorie della cornea e dell'iride. La terapia è quella dell'affezione causale; è anche praticata l'evacuazione per mezzo di paracentesi ( puntura) corneale.

IPOPARATIROIDISMO

IPOPARATIROIDISMO, condizione morbosa in cui si verifica mancata o deficiente attività incretoria delle paratiroidi, le quattro ghiandole, del volume di piccoli piselli, situate simmetricamente nel contesto dei lobi tiroiciei, due superiormente e due inferiormente; le paratiroidi producono il paratormone, o PTH, che è deputato alla regolazione del ricambio del fosforo e del calcio ed ha come effetto più evidente l'aumento della calcemia, agendo in senso contrario alla tirocalcitonina, prodotta dalle cellule follicolari della tiroide. La causa dell'ipoparatiroidismo è costituita nella maggior parte dei casi da accidenti chirurgici conseguenti ad asportazione della ghiandola tiroide (l'asportazione accidentale riguarda lo 0,5-3 per cento di tutti gli interventi di tiroidectomia). L'ipoparatiroidismo post-operatorio è spesso imputabile ad un ridotto numero di paratiroidi rispetto alla norma.

IPOOSMIA, diminuzione del senso dell'olfatto

IPOOSMIA, diminuzione del senso dell'olfatto, che può arrivare alla perdita totale di esso; l'ipoosmia può essere bilaterale od unilaterale; le cause sono meccaniche, quando vi sia un ostacolo al passaggio attraverso il naso dell'aria inspirata, ostacolo che può essere costituito da neoformazioni polipose o tumorali, o traumatiche, imputabili a trauma frontale o a frattura dell'etmoide, oppure riferibili a nevrite, infettiva o tossica, o infine ad atrofia della mucosa nasale. In alcuni casi la patogenesi è puramente neurologica, legata a processi degenerativi, emorragici o neoplastici delle vie e dei centri nervosi.

IPOOSMIA, diminuzione del senso dell'olfatto

IPOOSMIA, diminuzione del senso dell'olfatto, che può arrivare alla perdita totale di esso; l'ipoosmia può essere bilaterale od unilaterale; le cause sono meccaniche, quando vi sia un ostacolo al passaggio attraverso il naso dell'aria inspirata, ostacolo che può essere costituito da neoformazioni polipose o tumorali, o traumatiche, imputabili a trauma frontale o a frattura dell'etmoide, oppure riferibili a nevrite, infettiva o tossica, o infine ad atrofia della mucosa nasale (vedi ozena). In alcuni casi la patogenesi è puramente neurologica, legata a processi degenerativi, emorragici o neoplastici delle vie e dei centri nervosi.

IPOMENORREA diminuzione del flusso mestruale

IPOMENORREA, voce che deriva dal greco e che significa sia una diminuzione del flusso mestruale, che un accorciamento della durata della mestruazione. La sua incidenza è piuttosto rara, anche perché 9 criterio di valutazione è soggettivo (della donna) e quindi difficilmente valutabile al vaglio di un rigore scientifico. Il meccanismo per cui si verifica l'ipomenorrea è poco conosciuto. D'altra parte molte donne hanno mestrui scarsi e corti, e tuttavia vivono bene, in buona salute, e sono regolarmente fertili. Due gruppi di cause paiono peraltro emergere nei casi in cui l'ipomenorrea si può configurarti come fatto patologico. Il primo concerne disordini endocrini che coinvolgono l'ovaio, nel senso di una deficienza. E ciò è dimostrato dal fatto che l'ipomenorrea accompagna spesso l'oligomenorrea (mestrui ritardati) e spesso precorre l'evento di un'amenorrea. Inoltre l'ipomenorrea capita frequentemente in premenopausa e può essere associata a cicli anovulari e alla sterilità.

IPOMASTIA, IPERMASTIA, ANISOMASTIA

IPOMASTIA, IPERMASTIA, ANISOMASTIA, condizione di minore o maggiore volume delle mammelle o di una sola mammella (anisomastia) rispetto al normale. L'ipomastia (minore volume) deriva dalla costituzione individuale ed è spesso legata ad insufficienza ovarica: in tal caso è bilaterale. L'ipermastia (maggiore volume) è spesso costituzionale, ma può derivare anche da effetti ormoníci: in tal modo si spiega l'ipermastia da gravidanza. La anisomastia non deriva da alterazioni ormoniche ma può essere conseguente a difetto di risposta del tessuto mammellare di una mammella ammella agli ormoni che ne regolano lo sviluppo.

IPOMANIA

IPOMANIA, termine psichiatrico che descrive una accentuazione della attività di pensiero ed una euforia del tono dell'umore, di grado inferiore a quello che si può rilevare nella mania. L'ipomania si può manifestare con insonnia, aumento delle iniziative, che diventano precipitose, euforia psi cologica, disinibizione nei rapporti sociali. Il linguaggio è fluido, instancabile, spesso sarcastico. Tuttavia il malato è irritabile e può avere crisi di collera per futili motivi. Egli fa cose che normalmente non avrebbe fatto perché troppo pericolose o pregiudizievoli. L'ipomania può essere la manifestazione attenuata di una crisi maniacale o nascere da una demenza presenile o da un tumore situato nella parte anteriore del lobo frontale del cervello. Talora rappresenta solo l'eccitazione transitoria di un soggetto normale quando è contento.

IPOGONADISMO diminuzioneghiandole sessuali

IPOGONADISMO, voce che deriva dal greco e che indica uno stato morboso, conseguente a diminuzione (rispetto alla norma della funzione endocrina delle ghiandole sessuali (dette gonadi). E' di ipogenitalismo ed è correttamente e correntemente usato al posto di questo termine. La funzione endocrina delle gonadi può essere compromessa in via primitiva, come ad esempio nella castrazione; in altri casi, invece, lo sbaglio funzionale delle gonadi, da cui trae origine l'ipogenitalismo, è secondario ad un errore funzionale di altra ghiandola endocrina, il più sovente ad una stimolazione anomala da parte della porzione anteriore dell'ipofisi: in questi casi si parla di ipogenitalismo o ipogonadismo secondario. Nella donna l'ipogonadismo risente dell'anomala increzione delle gonadotropine ipofisarie: la FSH che promuove l'evoluzione morfologica del follicolo ovarico e, in unione, l'LH, a cui si deve la maturazione dello stesso, la sua rottura, e la produzione degli ormoni estrogeni; è l'LH che determina la trasformazione luteale del follicolo, la secrezione da parte dell'ovaio di progesterone (in collaborazione con l'LTH, o prolattina).

IPOGLICEMIA SPONTANEA abbassamento della glicemia

IPOGLICEMIA SPONTANEA, condizione di abbassamento della glicemia ( tasso di glucosio nel sangue) al di sotto dello 0,75-0,80 per mille (il tasso normale, a digiuno, è compreso tra valori di 0,80-1,10 per mille, variabili secondo le condizioni ed i metodi di dosaggio), accompagnata da sintomatologia clinica. L'abbassamento della glicemia comporta sintomi dovuti al deficit di glucosio a livello del sistema nervoso centrale in quanto le cellule nervose utilizzano soprattutto glucosio ai fini delle proprie funzioni energetiche e pertanto non tollerano, come altri tessuti, un abbassamento del tenore del glucosio stesso. L'ipoglicemia si realizza in ogni caso per esaurimento delle scorte di glicogeno epatico (zucchero di deposito la cui funzione è quella di regolare l'equilibrio glicemico, sciogliendosi e producendo glucosio secondo necessità quando la glicemia si abbassa) o per eccesso di secrezione di insulina (ormone prodotto dalle cellule beta del pancreas e dotato di attività ipoglicemizzante, ovvero di abbassamento dello zucchero).

IPOGLICEMIA NEONATALE, diminuzione di glucosio nel sangue

IPOGLICEMIA NEONATALE, diminuzione di glucosio nel sangue, caratterizzata da alterazioni facoltative che si presentano nel neonato da madre diabetica, mal curata in tutto il decorso della gravidanza. Con le moderne cure il numero di madri affette da diabete mellito che arrivanoal parto è cresciuto in maniera sensibile. I figli di madre diabetica sono stati definiti giganti con le caviglie di creta o coni piedi di argilla. Hanno infatti un peso talvolta di molto superiore alla norma, guance paffute e idrofilia (aumento di liquidi nei tessuti). Qualche ora dopo la nascita questi bambini hanno notevole accelerazione delle escursioni respiratorie (dispnea) con respiro superficiale, diventano cianotici e presentano sintomi allarmanti d'insufficienza cardiaca e respiratoria.

IPOGLICEMIA LEUCINICA, diminuzione della glicemia

IPOGLICEMIA LEUCINICA, diminuzione della glicemia al di sotto dello 0,5 per 1000 (la glicemia normale è 1 per 1000), causata da una ipersensibilità congenita alla leucina, un aminoacido (costituente delle proteine) che normalmente stimola la produzione di insulina da parte del pancreas. Tale produzione, a motivo appuntodell'ipersensibilità alla leucina, è aumentata, e di qui deriva l'ipoglicemia. Si parla a questo proposito di ipoglicemia idiopatica infantile. I sintomi si manifestano dopo i pasti: malessere, sudorazione, salivazione, stanchezza, tremori, svenimento, convulsioni, nei casi più gravi coma ipoglicemico.

IPOGALATTIA, condizione di deficit

IPOGALATTIA, condizione di deficit di secrezione lattea durante l'allattamento, verosimilmente imputabile a due cause differenti: una relativa ad un deficit di prolattina ipofisaria (e quindi a deficiente stimolo di secrezione lattea), l'altra relativa a difetto di trasmissione di stimoli mammari (suzione) alle sedi diencefalo-ipofisarie. La terapia a base di prodotti di prolattina non fornisce in pratica risultati validi; qualche vantaggio può essere ottenuto con preparati a base di tiroide e/o di estrogeni.

Anatomia

Anatomia (dal greco anatomia ἀνατομία di ἀνατέμνειν anatemnein, tagliare, tagliare) è una scienza descrittiva che studia la struttura interna, la topografia e gli organismi tra loro.

Il termine si riferisce sia la struttura di un organismo vivente e il ramo della biologia e della medicina, anatomia umana, che studia questa struttura. Si parla anche di anatomia per descrivere Anatomies pubblico eventi sociali dei tempi moderni e l'inizio dell'era moderna, durante il quale un insegnante descritto nel pubblico la conoscenza anatomica.

giovedì 11 dicembre 2008

INSULOMA, raro tumore del pancreas

INSULOMA, raro tumore del pancreas, originato dalle cellule delle isole pancreatiche, deputate alla secrezione dell'ormone insulina, importante per la utilizzazione degli zuccheri. Colpisce qualsiasi età, in prevalenza quella tra i 35 e i 55 anni, ha dimensioni molto variabili (da pochi millimetri ad alcuni centimetri) e presenta una varietà maligna (insuloma maligno, carcinoma insulare) ed una benigna (insuloma benigno, adenoma insulare), distinguibili tra loro per l'andamento clinico e all'esame microscopico.

INSUFFICIENZA VERTEBRO-BASILARE

INSUFFICIENZA VERTEBRO-BASILARE, forma di insufficienza di cui sono sintomi cefalea occipitale, vertigini, perdita dell'equilibrio, transitoria amaurosi (perdita totale della vista), percezione anormale di punti brillanti, incoordinazione delle gambe, episodi di sonnolenza e amnesia, disartria, disturbi uditivi e cerebellari. La sintomatologia, dapprima episodica e male interpretata, può divenire cronica.

INSUFFICIENZA SURRENALICA, ACUTA E SUBACUTA

INSUFFICIENZA SURRENALICA, ACUTA E SUBACUTA, condizione di deficit di attività surrenalica conseguente ad arresto della produzione di ormoni corticosurrenalicie in particolare di cortisolo e di aldosterone. Si può manifestare in tutte le età, ma in genere è più frequente nei giovani, specie longilinei, e si verifica dopo sforzi prolungati.

INSUFFICIENZA RESPIRATORIA, insufficienza di respirazione

INSUFFICIENZA RESPIRATORIA, insufficienza di respirazione, di cui sono sintomi la cianosi (colorito bluastro della pelle e delle mucose dovuto a insufficiente ossigenazione del sangue) e la dispnea (respirazione alterata nel ritmo e nell'ampiezza delle escursioni respiratorie, accompagnata da fatica e da sofferenza). I due sintomi possono comparire in perfetto riposo o, in casi meno gravi, dopo sforzi. Sono necessari esami radiologici ed indagini funzionali respiratorie perché siano accertate le cause determinanti e l'entità del disturbo.

INSUFFICIENZA RENALE

INSUFFICIENZA RENALE, sindrome morbosa legata alla ritenzione di sostanze che l'apparato renale non riesce ad eliminare e dominata dalla comparsa di sintomi tossici; questi possono avere carattere acuto (uremia acuta, per cui si ha soppressione improvvisa della funzione eliminatrice renale, come nella glomerulonefrite acuta e nelle tubulonefrosi anuriche) e cronico (uremia cronica, con soppressione lenta e progressiva della funzione muntoria, come nelle nefropatie a evoluzione cronica).

INSUFFICIENZA PLACENTARE

INSUFFICIENZA PLACENTARE, sindrome clinica caratterizzata fondamentalmente da una dimi-nuzione, globale o parziale, della funzionalità della placenta, sia nutrizionale che ormonale, e della sua vitalità che ha, come diretta conseguenza, ripercussioni gravi (acute o croniche), spesso anche mortali, sul feto, che da essa ha avuta assicurata, sin dal 40 mese, la simbiosi con la madre. Le lesioni che si possono enumerare a carico della placenta, da un punto di vista anatomopatologico, e che possono condizionare la sua funzionalità, sono numerose: fatti regressivi della parte basale della caduca, necrosi ischemiche, calcificazioni, ematomi deciduali (basali o marginali), trombosi intervillose, necrosi ischemiche dei villi coriali, cisti citotrofoblastiche intraplacentari, la malattia corioangiomatosa, le placentiti, ecc.

INSUFFICIENZA PANCREATICA, insufficienza del pancreas

INSUFFICIENZA PANCREATICA, insufficienza del pancreas, di cui sono sintomi la cattiva digestione dei grassi, la formazione di feci anormalmente abbondanti, con scariche frequenti, piuttosto putride, scolorate, lucenti, che si induriscono dopo la emissione per raffreddamento ed evaporazione. Sono necessari degli esami della funzionalità pancreatica (dosaggio dei principali fermenti secreti dalla ghiandola, ricerca sulla digestione delle proteine e dei grassi e quindi sulla composizione chimica delle materie fecali, indagini su alcune costanti sanguigne, come colesterolemia, fosfatidemia). Anche la glicemia va ricordata sulla base della constatazione che la distinzione tra pancreas endocrino (formazione di insulina) ed esocrino (formazione di fermenti digestivi) non è assoluta.

INSUFFICIENZA OVARICA

INSUFFICIENZA OVARICA, quadro disfunzionale, precipuamente ormonale, in cui il deficiente funzionamento del tessuto ovarico condiziona un'insufficiente produzione di ormoni, che influisce sia sullo sviluppo morfologico della donna (se in giovane età), sia sulle sue funzioni fisiologiche (mestruazioni, cenestesi, libido), sia su quella di riproduzione (sterilità, infertilità). L'insufficienza ovarica può essere primaria o secondaria, a seconda che sia l'ovaio precipuamente, e per contro proprio in modo primitivo, a produrre tale insufficienza, oppure che esso sia indotto a ciò da una insufficienza di altri apparati endocrini (insufficienza ipofisaria, o diencefalica, o ipotalamica o tiroidea), da malattie generali debilitanti (malattie di smetaboliche, anemie), da malattie 'infettive o infiammatorie.

INSUFFICIENZA MITRALICA

INSUFFICIENZA MITRALICA, valvulopatia acquisita che si instaura a livello del cuore sinistro,
e precisamente sui lembi della valvola mitrale, che mette in comunicazione ventricolo sinistro con atrio sinistro. Eccezionalmente può essere, congenita. La valvola non riesce a chiudere ermeticamente il pertugio atrioventricolare sinistro durante la contrazione ventricolare e il sangue risale nel soprastante atrio (riflusso sistolico), ma finisce anche per ammassarsi nel ventricolo sinistro. Di qui la dilatazione di detto ventricolo, e praticamente lo sfiancamento del cuore sinistro. Il malato, all'inizio, può avere lievi disturbi sotto forma di palpitazioni e di facile dispnea da sforzo o a riposo.

INSUFFICIENZA EPATICA, insufficienza del fegato

INSUFFICIENZA EPATICA, insufficienza del fegato, di cui sono sintomi: disappetenza, senso di peso postprandiale, meteorismo, alito maleodorante, alvo irregolare con tendenza alla stitichezza, feci scolorate (acoliche), debolezza, cefalea frontale, sclerotiche tendenti al giallo. Il fegato, modicamente dolorante, può essere palpabile. Si riscontra urobilina nelle urine. Nei casi più gravi si ha peggioramento dei vari sintomi. Le reazioni di labilità seriche sono positive e dimostrano un'alterata funzione del ricambio proteico; inoltre si presenta modificata la composizione del sangue (anemia, inversione del rapporto tra globuline e albumina, diminuzione della protrombina, bilirubinernia aumentata, colesterolemia alterata).

INSUFFICIENZA CARDIACA

INSUFFICIENZA CARDIACA, fallimento della vitale funzione contrattile del miocardio. Come è noto, il cuore in condizioni di grave patologia cardiocircolatoria dapprima si dilata e trova in questa situazione elementi di compenso. Poi si sfascia nella sua efficienza contrattile, e si ha l'insufficienza cardiaca. Ad essa portano numerose situazioni patologiche, cioè le cardiopatie congenite ed acquisite. Talora l'insufficienza cardiaca consegue a manifestazioni tossiche (per esempio, alla Tardiopatia etilica degli intossicati da alcol), a malattie altamente fabbrili iperacute ad andamento settico, ad infezioni diverse. Non rara è l'insufficienza cardiaca in cui inevitabilmente sfcia la cardiopatia tireosica (vedi cardiotireosi).

INSUFFICIENZA AORTICA

INSUFFICIENZA AORTICA, valvulopatia per lo più acquisita, dovuta a lesioni della valvola aortica divenuta incontinente. Le cause che più frequentemente portano ad insufficienza aortica sono: il reumatismo articolare acuto o infezione reumatica e l'arteriosclerosi. Indipendentemente dalla causa che la determina, l'insufficienza aortica porta all'ingrandimento del cuore sinistro, in particolare del ventricolo sinistro che si sfianca perché deve sobbarcarsi un doppio lavoro contrattile: quello, cioè, di ogni sistole, e quello che gli deriva dall'onda di sangue in quanto le valvole semilunari, a nido di rondine, non tengono perché deformate dal vizio valvolare aortico.

INSONNIA, incapacità di dormire

INSONNIA, incapacità di dormire un sonno ristoratore durante la notte, dovuta a varie ragioni: organiche a carico del cervello (encefaliti, demenza senile, arteriosclerosi), larmacologiche (uso di eccitanti od abuso di caffè, tè, alcol), ambientali (eccessivo affaticamento fisico e psichico), legate a malattie generali (ipertiroidismo, morbo di Addison, dolori, febbri, ecc.) o a malattie mentali (frenosi maniacodepressiva, morbo di Korsakoff, ecc.). L'insonnia può essere un fatto normale, quando colpisce una persona preoccupata per motivi plausibili (un esame, la morte di un parente, un incidente stradale, ecc.). Inoltre vi sono persone che costituzionalmente dormono molto poco (quattro o cinque ore) senza risentirne.

INIBIZIONE

INIBIZIONE, termine psicanalitico che, secondo Freud, « esprime una limitazione in una o più funzioni dell'Io, per motivi prudenziali o in seguito a impoverimento di energia. Se l'lo è stato impegnato in un compito psichico particolarmente difficile, come per esempio un lutto o un'importante repressione di affetti, e ha trovato necessario trattenere fantasie sessuali continuamente insorgenti, allora si impoverisce talmente in fatto di energia disponibile, che il suo dispendio deve altresi ridursi di molto ».

sabato 6 dicembre 2008

ASCESSO DEL FEGATO

formazione nella ghiandola epatica di una raccolta purulenta, o di raccolte multiple, conseguenza di infezioni. I sintomi sono: dolore continuo e sordo nella parte alta dell'addome, a destra, in corrispondenza del fegato, febbre a tipo intermittente, itterizia, in genere modesta. Di solito è necessario l'intervento chirurgico per incidere e svuotare l'ascesso, se questo è unico e piuttosto voluminoso, associando una cura con antibiotici.

venerdì 5 dicembre 2008

FECALOMA, ammassamento di feci

FECALOMA, ammassamento di feci indurite in una parte dell'intestino; tali formazioni possono provocare ingrossamento dell'addome, stitichezza assoluta e presenza di nodosità palpabili dall'esterno, così da simulare un tumore intestinale maligno. Le cure mediche riescono quasi sempre a risolvere la situazione; la necessità di un intervento per asportare le masse fecali è eccezionale.

FEBBRE REUMATICA, malattia che colpisce le articolazioni

FEBBRE REUMATICA, malattia che colpisce le articolazioni, ma che ha essenzialmente gravi conseguenze sul cuore. La causa è rappresentata dagli streptococchi emolitici, che in genere si annidano nelle tonsille e nella faringe. Le età colpite con predilezione sono quelle fra 6 e 8 anni. Inizialmente si hanno angina e faringite acuta, febbre alta, dolori diffusi, nausea, vomito; successivamente, dopo alcuni giorni, una o più articolazione, per esempio la spalla, il gomito, il polso, il ginocchio, diventano rosse, gonfie, dolentissime (reumatismo articolare acuto). Entro qualche settimana, però, con le opportune cure, le articolazioni ritornano normali e non residua a carico di esse alcun disturbo. Invece quasi sempre si ha una complicazione a carico del cuore: endocardite ( vizi valvolari), miocardite, pericardite, ossia la cosiddetta cardite reumatica.

FEBBRE GIALLA, malattia infettiva esotica

FEBBRE GIALLA, malattia infettiva esotica (diffusa in Africa, Asia, America meridionale), detta anche febbre amarillica, causata da un virus il quale viene inoculato con la puntura d'una zanzara, la Stegomva fasciata, o Aedes Aegypti. Gli organi colpiti sono essenzialmente il fegato ed i reni.

FEBBRE DA SETE, elevazione termica transitoria

FEBBRE DA SETE, elevazione termica transitoria determinata dall'assorbimento di una quantità insufficiente di acqua. La febbre interessa i bambini nel corso della prima settimana di vita e si verifica spesso d'estate. Bisogna aumentare l'acqua nella dieta, ricorrendo eventualmente a ipodermoclisi o fleboclisi.

FEBBRE DA SALE, elevazione febbrile

FEBBRE DA SALE, elevazione febbrile provocata in un lattante dalla somministrazione e dalla ritenzione di cloruro di sodio.
come si previene. Tenendo conto di una dieta con-grua anche dal punto di vista salino.

FEBBRE, innalzamento della temperatura interna

FEBBRE, innalzamento della temperatura interna (rettale, boccale) al disopra di 37,5°C. Secondo l'intensità dell'elevazione della temperatura si possono distinguere una febbre leggera, che non supera i 38,5'; una febbre moderata, quando la temperatura varia dai 38,50-390 del mattino, ai 39,5° della sera; una febbre alta, quando si superano i 39° al mattino, con elevazione oltre i 40° alla sera. Quando la temperatura sorpassa i 41° gradi prende il nome di iperpiressia

FLEBITE DI FAVRE

FLEBITE DI FAVRE: forma particolare di flebite migrante, che è stata descritta per la prima volta da Favre nel 1953 come Ilebite a fil di ferro, a causa delle alterazioni cui va incontro il segmento di vena colpito, che diventa come un cordone molto duro, rigido, sottile, paragonabile alla corda di un violino o, appunto, ad un fil di ferro. Si localizza per lo più agli arti inferiori e suole comparire piuttosto rapidamente, mentre regredisce con estrema lentezza. All'inizio il tratto di vena infiammato, talvolta molto lungo; duole specie stando in piedi o camminando. In seguito, anche alla palpazione, il vaso colpito diventa poco sensibile. Inoltre risulta spostabile lateralmente per la mancanza di una reazione infiammatoria da parte dei tessuti circostanti. Secondo Favre la causa di questo tipo di flebite sarebbe la lenta azione di sostanze tossiche all'interno della vena.

FAVO, infezione da funghi (miceti) cutanei

FAVO, infezione da funghi (miceti) cutanei, localizzata prevalentemente al cuoio capelluto e, raramente, sulle parti glabre e sulle unghie. Il fungo responsabile dell'infezione è il Trycophiton Schoenleini: attacca il pelo o il capello senza invaderlo completamente, non causa quindi la sua rottura spontanea, come in altri tipi di tigne. La malattia inizia sempre nei soggetti giovani, ma può osservarsi anche nell'età adulta.

FAVISMO ingestione delle fave

FAVISMO, sintomatologia morbosa acuta che può seguire all'ingestione delle fave, o anche alla semplice inalazione del polline dei fiori delle fave. Ne sono colpiti soprattutto i bambini nell'età della prima e seconda infanzia, e i nove decimi appartengono al sesso maschile; col passare degli anni in genere si stabilisce una specie di immunità per cui la sintomatologia non si manifesta più. Talora invece essa compare solo in età adulta, e in tal caso i due sessi sono colpiti in ugual maniera. La malattia si osserva soprattutto in primavera, nell'epoca della fioritura e della maturazione delle fave.

SINDROME DA FATICA

SINDROME DA FATICA, la fatica è un insieme di sensazioni soggettive spesso mal definibili e un complesso di manifestazioni morbose che compaiono allorché l'operaio o l'impiegato, lo studente o l'atleta svolgano un'attività fisica o psichica superiore alle loro possibilità. Il lavoro può essere considerato come un'operazione volontaria e cosciente, come una produzione di energia destinata al raggiungimento di finalità utili e necessarie; ma quando tale attività, per impegno proprio o per costrizione esterna, supera certi limiti ( anche notevolmente variabili individualmente) e diventa eccessiva per durata o intensità, per rapidità o per tensione, determina uno stato particolare — la fatica, appunto — caratterizzata innanzi tutto da un diminuito rendimento muscolare o intellettuale, da un desiderio di riposo o di sonno, da alterazioni nell'attività di più organi ed apparati che fanno avvertire tale condizione come una sensazione sgradevole.

INTOSSICAZIONE DA FARMACI

INTOSSICAZIONE DA FARMACI, molti dei farmaci che combattono le malattie possono es-sere occasione di intossicazioni, le quali possono interessare sia chi ne faccia uso improprio, sia chi, con taluni di essi, venga a contatto prolungato per motivi di lavoro. Nel primo caso va ricordato che le capacità terapeutiche delle sostanze farmacologiche sono, per lo più, strettamente dipendenti da una somministrazione corretta per quanto concerne la via d'assunzione, la posologia, la durata della cura, ecc.; spesso un'eccessiva dose, un'errata modalità d'uso, una prolungata somministrazione possono provocare forme morbose Che, ovviamente, sono anche assai differenti a seconda delle proprietà farmacologiche e le caratteristiche dell'azione delle singole sostanze medicamentose.

FARINGOLARINGITE

FARINGOLARINGITE, infiammazione concomitante della mucosa faringea e di quella laringea; sono più spesso le laringiti ad accompagnarsi a faringite che non viceversa (vedi faringite e laringite).

FARINGODINIA

FARINGODINIA, sensazione dolorosa localizzata alla faringe, che può anche essere puramente soggettiva, quando non viene rilevato un corrispondente quadro clinico obiettivo, ed è allora manifestazione di una neuropatia.

FARINGOCHERATOSI, affezione localizzata alle cripte tonsillari

FARINGOCHERATOSI, affezione localizzata alle cripte tonsillari, la cui caratteristica essenziale è data dalla spiccata cheratinizzazione dell'epitelio che le riveste; fra i detriti epiteliali può essere riscontrata la presenza di un miceto, il Leptothrix, che giustifica la primitiva definizione di faringomicosi. Comunque, se dubbio è il ruolo patogenetico del miceto, certa è la presenza di un terreno favorevole, legato ad alterazioni nutritive del tessuto colpito, di cui possono essere causa carenze vitaminiche.

TUMORI DELLA FARINGE

neoformazioni della faringe. La faringe è costituita da tre cavità tra loro ampiamente comunicanti, situate dietro le fosse nasali, dietro la bocca e dietro la parte alta della laringe; in questa area i tumori nascono o dall'epitelio piatto e cilindrico di rivestimento, e allora si parla di carcinomi, o dal tessuto linfatico che vi è abbondante (nelle tonsille e adenoidi) e allora si parla di linfomi. Nella parte alta o retronasale, chiamata perciò rinofaringe o nasofaringe, il tumore più frequente è il rinolaringioma; nella parte media carcinomi e linfomi su per giù si equivalgono come frequenza; nella parte bassa, o ipofaringe, sono invece predominanti i carcinomi. In tutti i casi la presenza di un tumore si manifesta con ingrossamento della parte, dolore, talora emorragia; poiché il faringe è facilmente visibile, direttamente o con l'aiuto di semplici specchietti inclinati, il riconoscimento di una neoformazione in questa sede è agevole, e facile è pure prelevare un pezzetto della massa sospetta, per un esame al microscopio, che consentirà di stabilire se si tratta veramente di tumore, se esso è benigno o maligno e, nell'ultima ipotesi, di che tipo di cancro si tratti, cosa utile ai fini della terapia, poiché i carcinomi possono essere talvolta asportati.

NEFROLITIASI DI FANCONI, malattia congenita ereditaria

NEFROLITIASI DI FANCONI, malattia congenita ereditaria caratterizzata da un arresto di sviluppo del rene. A partire dall'età di due anni il bambino è affetto da esagerata sete e da urinazione abbondante. Coesistono calcoli renali, anemia, alterazioni ossee e, spesso, crisi convulsive. La prognosi è infausta per progressiva insufficienza renale.

ANEMIA DI FANCONI

ANEMIA DI FANCONI, tipo particolare di anemia infantile, a carattere familiare. Per un'anormale formazione del midollo osseo, si hanno modificazioni delle cellule del sangue e diminuzione delle piastrine (corpuscoli presenti nel sangue, a forma di bastoncini o di dischi, che sono importanti nei processi di coagulazione). Concorrono alla síntomatología gravi alterazioni congenite: assenza dei pollici e del radio, deviazioni nella forma di molte ossa lunghe, lussazione dell'anca, micro-cefalia, anomalie ottiche e auricolari con difetti delle palpebre e dei padiglioni auricolari. Il disordine delle cellule sanguigne compare raramente prima del primo anno.

TRILOGIA DI FALLOT , malformazione congenita cardiaca

TRILOGIA DI FALLOT , cardiopatia caratterizzata da una malformazione congenita cardiaca, in cui si ha restringimento dell'arteria polmonare (stenosi), comunicazione tra i due artii (interatriale) ed esagerato sviluppo del ventricolo destro. Rappresenta poco meno del 2 per cento di tutte le malattie di cuore congenite. I sintomi possono camparire fin dalla nascita: affanno (dispnea) e colorazione livida bluastra (cianosi) della cute e delle mucose, dovuta ad insufficiente ossigenazione del sangue; per lo stesso motivo si ha un aumento dei globuli rossi (poliglobulia); le dita delle mani sono deformate in corrispondenza dell'ultima falange (dita a bacchetta di tamburo).

TETRALOGIA DI FALLOT o morbo blu

TETRALOGIA DI FALLOT o morbo blu: complessa malformazione congenita del cuore, caratterizzata da stenosi polmonare (per cui il sangue destinato al polmone passa attraverso un punto ristretto e quindi si ha un grave difetto dell'ossigenazione), o difetto del setto interventricolare (per cui il sangue che deve partire dall'aorta per ossigenare i tessuti risulta meno ricco di ossigeno), destroposizione dell'aorta e ipertrofia ventricolare destra. Per comprendere bene questo disturbo bisogna premettere che nei primi mesi di gravidanza il cuore è formato da un tubo; questo si differenzia in quattro cavità (due atrii e due ventricoli), separate da fori i quali sono provvisti di valvole.

MALATTIA DI FAHR

forma morbosa di interesse neurologico consistente nella formazione di calcificazioni all'interno del tessuto nervoso del cervello, simmetriche in ciascuno dei due lati, conseguenti alla deposizione ( sulle pareti di alcune arterie di centri nervosi della base cerebrale) di una sostanza proteica. Si tratta di una forma forse ereditaria, dovuta ad insufficienza paratiroidea o a toxoplasmosi, che compare soprattutto nel maschio intorno ai quarant'anni.

FAGOPIRISMO

FAGOPIRISMO, sintomatologia morbosa particolarmente a carico della cute, che può seguire all'ingestione di grano saraceno o fagopiro, una pianta erbacea dai cui granelli si ottiene una farina per la preparazione di polenta, focacce, biscotti, ricca di proteine e di idrati di carbonio (amido) e contenente anche una discreta quantità di minerali. Il fagopirismo insorge soltanto quando il soggetto, oltre all'aver consumato grano saraceno, si espone alla luce solare; perciò appartiene alla categoria delle fotodermatosi, o fotodermiti, malattie cutanee causate da radiazioni luminose e ultraviolette per la presenza nell'organismo di sostanze che rendono la pelle ipersensibile alla luce (in questo caso sostanze simili all'istamina, contenute appunto nel grano saraceno).

FACIES ADENOIDEA, sintomo dell'adenoidite

FACIES ADENOIDEA, sintomo caratteristico dell'adenoidite che può riassumersi nei seguenti caratteri essenziali: volto allungato, triangolare, bocca semiaperta, naso affilato, labbro superiore sollevato, malocclusione dentaria, torace a carena; la respirazione è prevalentemente orale, particolarmente durante la notte, il timbro della voce appare modificato; a tutto ciò si aggiunge il comportamento del soggetto, in genere un bambino, che appare distratto, svogliato, si dimostra indifferente all'ambiente, manca di capacità di concentrazione e di memoria, per cui incontra notevoli difficoltà nell'apprendimento scolastico.

MALATTIA DI FABRY

o angiocheratosi diffusa, condizione di angiocheratosi diffusa (formazione sulla cute di piccole placche, della grandezza da 1/2 millimetro a 2 millimetri, contenenti sangue e spesso rivestite da squame) cui corrisponde una malattia generale che implica lesioni del cuore, dei vasi e dei reni. L'affezione si osserva esclusivamente nei bambini ed esordisce in genere attorno ai 10 anni. Si tratta di una forma rara che si eredita, verosimilmente, con carattere legato al sesso (i maschi ereditano la malattia dalla madre: i figli dei soggetti ammalati sono sani, mentre le figlie risultano conduttrici della malattia). Negli organi ammalati si rileva un deposito di sostanze patologiche glicolipidiche e fosfatidiche.

SARCOMA DI EWING, tumore maligno dello scheletro

SARCOMA DI EWING, tumore maligno dello scheletro, originato da cellule connettivali immature del midollo osseo. Compare in soggetti giovani, tra i 5 e i 20 anni di età, con lieve predilezione del sesso maschile; le sedi preferite sono la coscia, la gamba e il braccio, ma nessuna parte dello scheletro è esclusa e qualche volta la lesione può colpire più ossa contemporaneamente o in successione; non è difficile che il tumore di Ewing dia metastasi, soprattutto ai polmoni.

EVISCERAZIONE, espulsione dei visceri addodominali

EVISCERAZIONE, espulsione dei visceri addodominali sotto l'effetto della pressione intraaddominale. Ne sono causa i traumatismi ( ferite d'arma da fuoco, complicanze post-operatorie). La prognosi è tanto più grave quanto più si rimanda l'intervento operatorio; nel corso dell'intervento vengono esaminati gli organi fuoriusciti attraverso la breccia traumatica e si suturano i vari strati addominali a piani separati.

EVERSIONE VENTRICOLARE, o prolasso del ventricolo di Morgagni

EVERSIONE VENTRICOLARE, o prolasso del ventricolo di Morgagni, termine inesatto perché la aderenza della mucosa intraventricolare alle pareti è tale da impedirne un rovesciamento a dito di guanto. È causata dall'infiammazione della mucosalaringea, nei processi infiammatori cronici, che si propaga alla mucosa ventricolare, determinando una tumefazione tale da non essere contenuta nella cavità ventricolare, per cui la mucosa stessa fa ernia verso il lume laringeo, dando luogo ad una pseudo-eversione. Unico sintomo la disfonia, proporzionata alle dimensioni della tumefazione che appoggia sulla corda vocale impedendone la vibrazione.

EVERSIONE DEL PUNTO LACRIMALE

EVERSIONE DEL PUNTO LACRIMALE, il punto lacrimale inferiore e superiore normalmente è sempre aderente alla congiuntiva e ciò permette l'azione di sifone che drena il liquido lacrimale dall'occhio attraverso le vie lacrimali fino alle fosse nasali. Quando per un'alterazione (in genere della palpebra inferiore) si ha un'eversione del punto lacrimale ne consegue lacrimazione.

INTOSSICAZIONE DA ETERI

gli eteri (come l'etere etilico o solforico, l'ossido di etilene, il diossano) hanno sull'organismo un'azione depressivi sul sistema nervoso centrale e narcotici; poiché tali sostanze sono di largo impiego lavorativo, possono provocare malattie professionali in chi ne abbia assorbito i gas o i vapori. Fonti di questo pericolo, oltre alla produzione degli eteri (e dei loro deritervento chirurgico con modalità che variano secondo la causa e l'importanza dell'eventrazione.

ETAT VERMOLU

ETAT VERMOLU, termine neuropatologico con il quale si descrive l'aspetto di una erosione come dovuta a vermi, del tessuto nervoso, che si evidenzia dopo una contusione cerebrale. Prima a comparire nell'area lesa è l'emorragia ( sembra immedíata), poi, in qualche ora, il focolaio viene delimitato nettamente dall'edema circostante e da una barriera di cellule; infine, dopo qualche giorno, il tessuto danneggiato si riassorbe in parte, presentando erosioni a fondo ematico, che ricordano quelle fatte da un verme nella frutta, donde il nome di etat vermolu.

ESTIOMENE

ESTIOMENE, voce che deriva dal greco (estiein = corrodere) e sta a qualificare una forma clinica caratterizzata da ulcerazioni ribelli, non dolorose, ad andamento cronico, che si approfondano nei tessuti creando, perciò, fistole ed edemi duri elefantiasici (zone di imbibizione tissutale gigantesche con caratteristica durezza).

ESTESIONEUROBLASTOMA tumore maligno

ESTESIONEUROBLASTOMA, raro tumore maligno delle cavità nasali e retronasali, originato dai tessuti nervosi che presiedono al senso dell'olfatto. Predilige il sesso maschile e può comparire a tutte le età, escluse quelle infantili. Il tumore cresce a forma di polipo violaceo, facilmente sanguinante, provoca disturbi respiratori, emorragie e dolori anche violenti; si distingue dai polipi nasali benigni per la gravità dei suoi sintomi, ma l'accertamento preciso esige un esame al microscopio di un frammento della neoplasia.

INTOSSICAZIONE DA ESTERI

INTOSSICAZIONE DA ESTERI, gli esteri organici ( acetati, formiati, lattati di butile, metile ed etile) sono di largo uso nell'industria; per la loro tossicità ( caratterizzata da un'azione narcotica e irritante) possono essere quindi causa di malattia professionale in lavoratori che con essi vengono a contatto. Particolarmente esposti a tale rischio sono gli addetti alla fabbricazione degli esteri, al loro impiego come solventi, alla preparazione di carta da parati, di cuoio sintetico, di profumi e cosmetici, di essenze di frutta.

ESTASI - isteria

ESTASI, stato affettivo particolare che si esteriorizza nell'isteria e nei deliri mistici. Un sentimento d'intima comunione con un oggetto amato, uno stato di gioia intima venato di angoscia caratterizzano l'estasi. Coesistono allucinazioni visive e uditive, operazioni intellettuali soppresse, per cui l'estatico non vede ne sente niente, muscolatura mimica atteggiata come per profonda gioia e diminuzione delle funzioni vegetative ( bradicardia, bradisfigmia, alterazioni della temperatura).

ESPETTORAZIONE

ESPETTORAZIONE, espulsione mediante tosse o raschiamento della gola di sostanze che provengono dalle vie respiratorie (mucosità- retrofaringee, infiammazioni laringo-tracheo-bronchiali, degli alveoli polmonari, raccolte pleuriche secondariamente fattesi strada attraverso il polmone). Possono dare tosse corpi estranei e liquidi che hanno preso una falsa strada nel momento della deglutizione.

ESOTROPIA

ESOTROPIA, versione dell'asse visivo di uno o entrambi gli occhi verso l'interno. È causata dall'ambliopia funzionale di un occhio (acutezza visiva deficiente non spiegata da lesioni anatomiche) e dall'anormale localizzazione spaziale della retina (l'occhio deviato non fissa con un punto della retina esattamente corrispondente all'occhio controlaterale fissatore). Il termine esotropia è omologo del termine strabismo interno.

ESOSTOSI, formazioni ossee reattive

ESOSTOSI, formazioni ossee reattive che si producono sull'apparato scheletrico ( generalmente ossa lunghe) in seguito a traumatismi o a fatti artrosici. Di identica natura sono le esostosi, che anziche esternamente all'osso si producono internamente. Possono decorrere senza sintomi; qualora insorgano, questi sono rappresentati da dolori e tumefazione. La diagnosi è di carattere radiologico.

ESOFTALMO, protrusione del globo oculare

ESOFTALMO, protrusione del globo oculare. Può essere tuono o bilaterale. L'esoftalmo si presenta nelle malformazioni congenite del cranio e nella malattia di Basedow, mentre la forma monolaterale è in relazione con infiammazioni dell'orbita, traumi, neoformazioni tumorali. La protrusione può essere più o meno marcata e in genere sono i familiari del malato che si accorgono dell'anomala situazione del globo. L'esoftalmo può essere ad evoluzione rapida o molto lenta, riducibile o no e associato ad altri sintomi oculari, quali diplopia ed alterazioni del campo visivo. Il globo può essere diretto in avanti o lateralmente. Le palpebre sono in genere incapaci di ricoprire l'occhio e questo provoca lacrimazione e fotofobia.

ESOFORIA fissazione

ESOFORIA, quando i due occhi sono in una corretta posizione rispetto ai loro assi visivi mantenuti sul punto di fissazione, ma a prezzo di uno sforzo di fusione, si ha tendenza alla deviazione in condizioni di affaticamento visivo. Se la deviazione degli occhi è verso l'interno si parla di esoforia. La cura consiste nella prescrizione di occhiali.

CANCRO DELL'ESOFAGO

l'esofago, il canale che unisce la bocca allo stomaco, è sede di tumori maligni, quasi tutti del tipo carcinoma spinocellulare, soprattutto nei forti bevitori. Questo cancro si manifesta con dolori al torace, difficoltà ad inghiottire il cibo e dimagramento; la diagnosi si fa con i raggi o introducendo nell'organo un'apposita sonda. Se possibile, in caso di tumore l'esofago va asportato chirurgicamente. Rari sono i tumori benigni ( specie polipi) e le condizioni che simulano il tumore, come i diverticoli.

ESOFAGITE, infiammazione acuta o cronica mucosa dell'esofago

ESOFAGITE, infiammazione acuta o cronica che interessa la mucosa dell'esofago. La sintomatologia è ordinariamente scarsa; compaiono dolori nella deglutizione e raramente coesistono febbre, ematemesi e rigurgiti. L'esofagite acuta discendente è spesso secondaria ad una infiammazione delle alte vie respiratorie (influenza, tonsillite, faringite, malattie esantematiche). Più rara è l'esofagite consecutiva a infezioni lontane ( esofagite nel corso di polmonite) e la forma traumatica (corpi estranei, cateterismo prolungato, bruciature da caustici, ecc.).

ESOFAGISMO, stato patologico in cui compaiono spasmi

ESOFAGISMO, stato patologico in cui compaiono spasmi, crampi dolorosi esofagei, fenomeni di disfagia, sensazione di costrizione retrosternale. Nei lattanti può essere una manifestazione di diatesi spasmofila; individui nervosi, isterici e vagotonici sono colpiti da esofagospasmo, che si manifesta in occasione di gravi stress, dovuti a privazioni, angosce, terremoti, bombardamenti, deportazioni, ecc.

ESOFAGEE, VARICI, varici che possono essere asintomatiche

ESOFAGEE, VARICI, varici che possono essere asintomatiche o manifestarsi con emorragie di diversa entità; talvolta esiste pericolo di dissanguamento e di fenomeni di anemia acuta. Il sangue, di colorito rosso-scuro, viene emesso dalla cavità orale mentre una parte di esso può seguire il tragitto intestinale ed essere espulso dall'orifizio rettale, nel qual caso è nerastro. Sono causa di varici dell'esofago, turgore e dilatazioni del plesso venoso esofageo, dovuti a stasi venose addominali (cirrosiepatica, trombosi della vena splenica).

ESOFAGEE, USTIONI, ustioni prodotte dall'ingestione

ESOFAGEE, USTIONI, ustioni prodotte dall'ingestione accidentale o a scopo suicida di sostanze ad azione caustica; nei casi gravi si registrano dolori urenti, grida di dolore, richiesta di acqua, tosse, vomito, angoscia e successivamente morte per necrosi esofagea, comparsa di una mediastinite o di una peritonite. La bruciatura può estendersi al laringe per cui si può avere asfissia ( anche dopo tracheotomia) e bronco-polmonite. Nei casi meno gravi, dopo un periodo di calma che segue ai sintomi iniziali, il paziente accusa disfagia con rifiuto di ogni alimento e dolori urenti fino a provocare sincope; l'alito è fetido e la saliva, ab-bondante per un riflesso esofago-salivare, non è ingoiata.

ESOFAGEE, DISCINESIE spasmi esofago

ESOFAGEE, DISCINESIE, disturbi costituiti da spasmi localizzati dell'esofago i cui sintomi sono disfagia ( che insorge brutalmente dopo un periodo più o meno prolungato in cui è presente un transito rallentato degli alimenti), rigurgiti, fermentazioni, pessimo odore dell'alito, ristagni alimentari con repulsione al cibo. Questi sintomi possono comparire e scomparire con frequenza imprevedibile e sono favoriti dal freddo, dalle emozioni violente e dall'angoscia, sicchè alla fine si ha grave deperimento.

ESIBIZIONISMO, deviazione sessuale

ESIBIZIONISMO, deviazione sessuale per cui il soggetto trae piacere dall'essere guardato. L'esibizionista ostenta la propria nudità o i propri atteggiamenti a sfondo sessuale, traendone un piacere erotico. Esiste un esibizionismo larvato che appartiene più al costume che alla patologia sessuale e si manifesta in certe mode dell'abbigliamento ( scollature, gonne corte, abiti attillati) o in certi atteggiamenti (effusioni, gesti confidenziali di una coppia in locali pubblici, lungo la strada). L'esibizionismo come deviazione conclamata è caratterizzato dal fatto che il soggetto si ostenta di fronte a un pubblico, che può essere costituito da una sola persona, e, soprattutto, trova appagamento nell'esibizione come tale.

ESCLUSIONE

ESCLUSIONE, la visione binoculare singola implica la trasmissione delle immagini visive dei due occhi ai centri corticali, che provvedono alla fusione delle stesse e alla formazione dell'immagine singola. Quando i centri corticali non tengono conto che di una sola immagine, trascurando la omologa, che perviene dall'occhio controlaterale, si parla di esclusione. La causa consiste più spesso in una alterazione refrattiva dell'occhio escluso. Spesso l'occhio escluso è deviato rispetto all'altro occhio. La cura consiste nell'eliminazione di tutti i motivi che possono rendere l'immagine di un occhio diversa dall'omologa e perciò non utilizzabile per la visione binoculare singola. Questa alterazione si presenta in età precoce.