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mercoledì 25 marzo 2009
SCHIZOFRENIA
SCHIZOFRENIA termine che indica la malattia mentale per antonomasia, usato anche come sinonimo di pazzia. La definizione indica una rottura tra le varie componenti della personalità, una spedie di dissociazione tra l'affettività personale e la realtà circostante, tra la volontà ed il pensiero. Lo schizofrenico è un soggetto autistico, ripiegato su se stesso, per il quale la realtà interiore ha maggior peso di quella esterna (filino a provocare delirio e allucinazioni); egha, inoltre, un insufficiente rapporto affettivo con l'ambiente e le persone che lo concretizzano. Le diverse attività psicologiche dello schizofrenico hanno perso l'unità con la persona e sembrano essere attribuibili ad interventi esterni. L'Io è scomparso, separato dai contenuti della propria coscienza, privo di continuità con se stesso. Tempo, spazio e realtà perdono i loro riferimenti oggettivi e diventano un fatto interno e acritico. Quale sia la causa della schizofrenia (o delle schizofrenie o, più correttamente, delle sindromi schizofreniche) non è certo. Tutto il ventaglio delle possibili teorie è stato invocato: per alcuni la schizofrenia è una malattia organica del cervello (processo patologico psicotico) in cui le alterazioni si manifestano solo sul piano clinico mentale (alterazione del metabolismo della serotonina), per altri è un'anomalia ereditaria (almeno come predisposizione) che inizia con un temperamento schizoide, per altri ancora è il prodotto della società alienante (teoria psicogenetica). La sintomatologia clinica della schizofrenia indica una patologia dell'affettività, che si può esprimere con l'autismo, l'ambivalenza (coesistenza di due sentimenti opposti), la paramimia (incrongruenza tra mimica e vissuto) e le crisi di ansia acuta. La patologia del pensiero schizofrenico si manifesta con blocco improvviso (vissuto con senso di vuoto), furto del pensiero (penosa impressione di essere letto e derubato del proprio pensiero, anche il più recondito, da parte di chicchessia), idee deliranti (confuse e non strutturate), allucinazioni, manifestazioni verbali incomprensibili (miscuglio di parole senza nesso o ripetizione di suoni). La patologia della coscienza personale si esprime con un senso di estraneità a se stesso, di depersonalizzazione, di non appartenenza al proprio corpo. La patologia della volontà si realizza con l'obbligo di compiere azioni (stereotipiche) o con il divieto di rispondere alle richieste dell'ambiente (negativismo, opposizione). La sindrome schizofrenica si manifesta secondo diverse modalità cliniche. La schizofrenia ebefrenica, è la forma più giovanile (compare verso i 18 anni) e tende subito a cronicizzare. La principale alterazione riguarda l'affettività: l'ebefrenico è apatico, distaccato, chiuso, stolto, non risonante con l'ambiente, incapace di adattarsi a qualsiasi variazione affettiva. In un secondo momento presenta allucinazioni acustiche e deliri mistici o ipocondriaci, è talora irritato e talora depresso; si masturba sfrenatamente; si esíbisce. La schizofrenia catatonica è caratterizzata da una maggior patologia delle attività volitive e compare più tardi della precedente, verso i 25-30 anni. I sintomi classici di questa forma sono il blocco catatonico, il negativismo, le stereotipie e, soprattutto, le improvvise esplosioni di impulsività incontrollata ed imprevedibile (che rendono la catatonia pericolosa per il malato stesso e per gli altri). Queste ultime manifestazioni sono di breve durata e possono manifestarsi con grandissima violenza ed aggressività verso chiunque, per cessare improvvisamente dopo pochi istanti. Il catatonico è suggestionabile e può obbedire automaticamente a ordini monotoni e ripetuti. Può rimanere anche immobile nella stessa posizione per periodi lunghissimi di tempo. La schizofrenia paranoide compare dopo i trent'anni e presenta come sintomi caratteristici il delirio e l'allucinazione, in una personalità apparentemente conservata. Il delirio è lucido più che nelle due precedenti forma, ma non organizzato e coerente come nella paranoia. Generalmente il malato si sente radiocomandato da altri, anche lontani. Successivamente la personalità si disgrega, perde iniziativa, finisce col non partecipare effettivamente al delirio ed alle allucinazioni, accettandole passivamente, con indifferenza. Sono state anche descritte forme di schizofrenia infantile (autismo infantile di Kanner), che compaiono nei primissimi anni di vita, nella quali. il sintomo fondamentale è l'incapacitàdi comunicare con l'ambiente circostante (ritardo nel parlare, uso della terza persona anziché dell'Io, apatia, ecc). Una forma simile esiste anche nell'adolescente (schizofrenia semplice). Nella schizofrenia la capacità di rievocazione mnemonica, di fissazione attentiva e di percezione non sono direttamente colpite, come nelle lesioni cerebrali organiche, ma sono coinvolte nell'alterazione generale della personalità, cioè vengono usate malamente. La personalità «non ha manifestazioni patologiche in luogo di quelle sane, ma ad esse parallele» (Bleuler). Il termine demenza precoce, suggerito da Kraepelin parecchi anni fa ad indicare la difficoltà dello schizofrenico nell'uso corretto del suo patrimonio intellettivo, è oggi in disuso. La terapia della schizofrenia deve essere immediata, poiché più precoce è l'intervento, migliore è la prognosi (benché la malattia non guarisca, ma lasci lunghi periodi di remissione).
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