sabato 28 marzo 2009

PIOSALPINGE

PIOSALPINGE, voce che deriva dal greco e che significa raccolta di pus nel lume della salpinge. Si verifica per la chiusura dell'ostro addominale della salpinge, a livello del padiglione, le cui frange si invertono, introflettendosi e conglutinandosi a mo' di barriera protettiva, all'estensione del processo flogistico. L'ostro uterino della salpinge, invece, si occlude per la formazione di edema reattivo. Chiusi gli sbocchi di uscita, il liquido purulento distende la salpinge, che assume la forma di un sanguinaccio o di una storta e può essere di volume variabile, da quello di un'arancia fino ad una testa fetale a termine. I germi in causa sono tutti quelli comuni a tutte le forme infiammatorie della pelvi femminile. Le vie di infezione sono, soprattutto quelle ascendenti, da infezione del, collo o dell'endometrio, sia per contiguità che per invasione dei vasi linfatici. Rare sono la via ematica e quella peritoneale discendente. Abbastanza spesso il piosalpinge è l'esito di una salpingite o di un sactosalpinge trascurati, o curati male. Spesso la lesione è bilaterale ed allora le due salpingi, prolassate posteriormente all'utero, si congiungono e si fondono a livello dei padiglioni, creando una raccolta saccata, di vario volume, con parete ben delimitata, quasi fosse una massa a sè stante: il piocele intertubarico. La sintomatologia è simile a quella delle flogosi pelviche suppurate e ricorda molto quella dell'annessite acuta: febbre, dolori vivi localizzati al quadrante addominale inferiore interno, tenesmo rettale e vescicale, con tutti i segni del peritonismo (meteorismo, ventre tumido, difesa muscolare, nausea, vomito ed alvo chiuso). La diagnosi, specie in fase acuta, non è difficile. La sintomatologia e la palpazione della massa latero-uterina, vivamente dolente, coi caratteri sopra ricordati, indirizza assai agevolmente. La terapia è anch'essa quella delle infezioni suppurate del piccolo bacino: riposo, ghiaccio, antibiotici, chemioterapici, risolventi, antidolorifici, ecc. Qualora la raccolta non si riassorbisse si rende necessaria la sua asportazione: salpingectomia per via laparotomica, onde evitare recidive, superinfezioni, o svuotamenti (per lisi o rottura) del pus in cavità addominale.

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