giovedì 26 marzo 2009

SCOLIOSI

SCOLIOSI, incurvamento sul piano della lateralità della colonna vertebrale, che generalmente viene ad assumere una forma ad S italico, di cui una curva è di compenso all'altra per riottenere l'equilibrio di tutto il rachide. Se la curva principale non viene compensata si parla di scoliosi scompensata e in questo caso la statica del soggetto risulta compromessa. Dalla scoliosi va distinto il semplice atteggiamento scoliotico, che è puramente funzionale e non organico, per cui è reversibile e si può correggere anche spontaneamente. La scoliosi rappresenta un grosso problema soprattutto per i bambini in età scolare e per gli adolescenti. Di qui l'importanza della medicina scolastica nei confronti di questa patologia. Le scoliosi si distinguono a seconda del segmento di colonna interessato, ma la varietà più frequente è quella dorsolombare. Una delle conseguenze più importanti della curva toracica è una deformazione della gabbia costale del torace con limitazione della capacità respiratoria, alterazione dell'asse cardiaco e ipertrofia del ventricolo destro del cuore. Le scoliosi si possono dividere, seguendo il criterio di molti autori, in congenite e acquisite. Le prime sono contrassegnate da malformazioni vertebrali, rappresentate da emispondili e sinostosi costali.L'emispondilo è una vertebra che per cause congenite ha limitato il suo sviluppo ad un semplice abbozzo il quale, come una zeppa infilata da un lato fra una vertebra e l'altra, provoca appunto l'incurvamento: è questa malformazione che dà luogo, nella stragrande maggioranza dei casi, alla scoliosi congenita. Se all'emispondilo si associa una sinostosi (vedi) costale, la deviazione è ancora maggiore e può intervenire un sensibile abbassamento nella statura del soggetto. Le scoliosi acquisite comprendono diverse varietà: idiopatiche, statiche, dinamiche e patologiche. Fra le scoliosi idiopatiche vengono annoverate tutte quelle forme che non presentano una causa dimostrabile. Le scoliosi statiche derivano da uno squilibrio del bacino in seguito ad accorciamento di un arto (da lussazione, per esempio), o del cingolo scapolare. Le scoliosi dinamiche sono invece in rapporto ad alterazioni del tono muscolare, quali possono verificarsi negli esiti di poliomielite o in forme distrofiche dei muscoli. Quanto alle scoliosi patologiche, queste possono dipendere dalle cause più diverse (tbc, osteomielite, rachitismo, tumori, ecc). I sintomi comuni a tutte le scoliosi sono quelli legati all'incurvamento, che determina nel soggetto la sensazione di avere un arto più corto dell'altro. Agli effetti clinici il primo segno è la sporgenza del bacino e l'abbassamento di una scapola. Una radiografia eseguita in proiezione antero-posteriore chiarisce, oltre alla sede delle curve, anche la rotazione delle vertebre che si verifica a seguito dell'incurvamento e, quando esiste, la malformazione vertebrale che la sostiene. La terapia varia ovviamente a seconda della natura e della gravità della scoliosi e si articola in tre forme diverse: fisiokinesiterapia, cure ortopediche, intervento chirurgico. La fisiokinesiterapia si propone di agire sulla deformazione dell'asse vertebrale e di migliorare lo stato cardiocircolatorio. La terapia ortopedica è essenzialmente rappresentata dalla applicazione di apparecchi gessati o busti ortopedici; sia a scopo correttivo che contenitivo. Naturalmente nella scoliosi patologica le cure andranno rivolte alla malattia primitiva che sta alla base della deviazione. Quanto alla chirurgia, essa prevede interventi di artrodesi (blocco delle articolazioni) per bloccare e raddrizzare la colonna ad impedire il progredire della deviazione. L'intervento va eseguito non troppo precocemente, al fine di non danneggiare le vertebre ancora in fase di accrescimento. Gli omotrapianti con stecche ossee vengono praticati in casi di una certa gravità, visto che portano alla rigidità del rachide. Esiste infine la possibilità di realizzare endoprotesi correttive paravertebrali, ad esempio con la tecnica di Marino Zuco e di Harrington. Quest'ultima, ancora in fase iniziale, consiste nell'inserire per alcuni mesi in corrispondenza del tessuto muscolare speciali lamine metalliche fissate con punti di sutura.

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