lunedì 30 marzo 2009

SHOCK

SHOCK complesso dei sintomi che comporta come effetto emodinamico sostanzialmente la caduta della pressione arteriosa periferica (collasso periferico). Le cause di shock sono molteplici: traumi, turbe psichiche, gravi emorragie, infezioni acute, ustioni, azione tossica da medicamenti intollerati o presi in eccesso, forme allergiche generiche (crisi anafilaffiebe), ecc. Lo shock di natura cardiogena, cioè legato a condizioni cardiovascolari anomale, si verifica nei gravi scompensi acuti di cuore, nelle pericarditi acute gravi, nelle emorragie in pericardio (emopericardio), nell'embolia polmonare fulminante, nell'infarto miocardico. Per quanto riguarda i sintomi dello shock, il malato appare pallido, sofferente, sudato (con sudorazione fredda), perde completamente le forze e gli arti talvolta pendono inerti. Il polso va molto in fretta, diventa piccolo di ampiezza, filiforme, celere. La pressione arteriosa subisce una caduta e si ha la netta tendenza all'ipotensione. Anche la pressione venosa fa registrare limiti più bassi. Tutta la circolazione appare deficitaria anche a livello delle coronarie; pertanto si possono verificare crisi di angina pectoris, in seguito a shock cardiogeno. Naturalmente ogni condizione di shock, per quanto pericolosa, può essere suscettibile di trattamento, qualora si riesca ad eliminare la causa determinante, che consiste fondamentalmente nella perdita di equilibrio, nell'ambito del circolo dove quasi sempre, in fase di shock, si verifica una riduzione della massa quantitativa del sangue (volemia); il fenomeno si manifesta in particolare nelle emorragie gravi, nelle perdite di acqua, nelle ustioni estese che comportano fuoriuscita abbondante di plasma, in situazioni tossinfettive. 1 sintomi generali dello stato di shock variano a seconda dell'entità del quadro. Essi sono preminentemente a carico dell'apparato cardiocircolatorio: caduta della pressione arteriosa, aumento della frequenza del polso. Non soltanto la pressione delle arterie rimane alterata, bensì il collasso riguarda anche la pressione venosa: le vene non appaiono più turgide, sono estremamente piccole, difficili da pungere con l'ago per aspirare sangue o iniettare liquidi e fleboclisi. Il cuore, all'esame clinico e all'elettrocardiogramma, dimostra anomalie; il tracciato fa registrare segni di sofferenza miocardica diffusa, di cui risentono sia il circolo generale (in quanto il sangue arriva male e scarsamente in periferia) che il circolo coronarico. La durata dello shock è in rapporto alla condizione morbosa che lo determina.

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