domenica 29 marzo 2009

POLIDRAMNIOS

POLIDRAMNIOS, e che significa eccessiva e patologica produzione di liquido amniotico. Si parla di polidramnios quando il liquido è in quantità di almeno 1500 centilitricubi; sono ricordati in bibliografia ostetrica casi in cui nel sacco amniotico erano contenuti più di 15-20 litri di liquido. L'aumento del liquido può avvenire in modo rapido o lento, per cui si distinguono due tipi di polidramnios: acuto e cronico. Il primo è raro; il secondo, che è quasi la regola, può diventare in certi casi acuto. Il polidramnios può insorgere in qualunque momento della gravidanza, ma è più frequente dal quarto mese in poi. La frequenza con la quale avviene il polidramnios è calcolata attorno all'1 per cento dei parti ed i caratteri fisico-chimici del liquido amniotico sono quelli normali, talune varianti non essendo costanti né notevoli. Il meccanismo di insorgenza del polidramnios è un problema tuttora discusso. A favore dell'ipotesi che sia causato da un eccesso di trasudazione dei vasi ovulari sta la considerazione che esso si nota con grande frequenza nei casi di lesioni funicolari ( attorcigliamenti, tumori, trombosi e flebiti dei vasi propri, inserzione velamentosa del funicolo), néi casi di lesioni placentari ( tumori, placentiti luetiche, obliterazioni dei villi), nelle lesioni delle membrane ed ogni qualvolta preesistono i vasi amniocoriali, nelle lesioni cardiovascolari del feto e nelle sue lesioni viscerali, nonché nelle mostruosità fetali (anencefalia, spina bifida, eviscerazioni, ecc.). La trasudazione dai vasi materni è avvalorata come causa dalla frequenza del polidramnios negli stati idremici della gravida (nefrite), nelle malattie del sangue (leucemia), nelle anemie croniche, nelle malattie organiche che danno stasi uterina (cardopatie), e in certe malattie metaboliche (diabete). La sintomatologia del polidramnios è ricca: l'addome della gravida è teso, globoso ed aumentato di volume più di quanto non consentirebbe l'epoca di gravidanza; frequentemente esiste edema sovrapubico; la fluttuazione è molto distinta in ogni senso; il feto è facilmente palleggiabile e, quando il polidramnios è enorme, si può anche non percepire alcuna parte fetale. Il battito cardiaco fetale può anche non essere apprezzato. Il collo uterino presenta modificazioni corrispondenti ad epoche di gestazione più avanzate. Si apprezza una aumentata tensione del sacco ovulare; il segmento inferiore uterino è assottigliato, espanso, e la parte presentata è elevata e mobile. Nei polidramnios che raggiungono volumi considerevoli l'azione meccanica dell'utero, abnormemente ingrandito, sulle parti vicine, rende ragione di una serie di disturbi particolari: dolori per stiramento sui legamenti, dispnea, disturbi di circolo, edemi, varici, disfunzioni di vescica ed intestino, ecc. La diagnosi è abbastanza facile. Talora la differenziale va posta con la gravidanza gemellare, con la mole vescicolare, con l'ascite, con i cistomi ovarici. La prognosi è variabilissima. In molti casi la gravidanza non giunge a termine a causa della rottura spontanea delle membrane. Il travaglio è condizionato dall'eccessiva distensione dell'utero. Si possono avere inerzia uterina, distacco precoce di placenta, emorragie, presentazioni ano- male con procidenza di arti o di funicolo, parti precipitosi, collassi materni « ex vacuo ». A causa di ciò la mortalità fetale, anche escludendo i feti premorti o malconformati, è relativamente alta. La terapia dei casi lievi è di controllo e di attesa vigilata. Talora i diuretici possono servire ad attenuare la tensione del liquido amniotico. L'ovulocentesi (evacuazione di 100-200 centimetri cubi del liquido amniotico eccedente, mediante puntura aspiratrice attraverso le pareti addominali) può servire, ma deve essere ripetuta frequentemente, e comunque è sintomatica, perché combatte un effetto senza influire sulla causa. Molto spesso si è costretti ad interrompere artificialmente la gravidanza per l'eccessiva produzione di liquido amniotico (polidramnios acuto), che rischia di sacrificare inutilmente la madre quando la prognosi per il feto è pessima (in molti casi il feto è già morto, o mostruoso). Si pratica allora la puntura bassa delle membrane ovulari, con evacuazione lenta del liquido amniotico, ed induzione del travaglio.

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