lunedì 30 marzo 2009

SETTICEMIA

SETTICEMIA, o sepsi, grave stato infettivo che si manifesta quando i microbi si diffondono rapidamente in tutto l'organismo attraverso il sangue, superando le difese locali ed i poteri immunitari generali. Il punto di partenza della setticemia va ricercato in focolai infettivi. Le forme più frequenti sono: la setticemia puerperale, che inizia da una infezione uterina dopo il parto o per un aborto; la setticemia da tromboflebite purulenta; la setticemia a partenza da focolai purulenti, quali ferite infette, foruncoli, sinusite, otite, ascessi, empiema della cistifellea, prostatite, annessite, ecc; la setticemia da focus orali (granulomi dentali, tonsilliti); la setticemia lenta, da endocardite. Nella maggior parte delle forme setticemiche la sintomatologia ha un inizio solitamente brusco, con febbreelevata accompagnata da brividi violenti, mal di testa, stato di agitazione e di prostrazione, aumento delle pulsazioni cardiache. Ciò che colpisce è l'aspetto di grave sofferenza del paziente (aspetto settico). Frequentemente alla sepsi si sovrappongono complicanze cardiache (endocardite, miocardite, pericardite), respiratorie (polmoniti), oppure meningiti e formazioni di ascessi in ogni parte del corpo. Qualora si sospetti una sepsi, prima di iniziare il trattamento con antibiotici bisogna praticare subito l'emocoltura (nel corso della crisi febbrile si preleva dalla vena del paziente una certa quantità di sangue che viene insemenzato su speciali terreni di coltura adatti a far moltiplicare eventuali germi presenti); una volta isolato il germe, si procede in laboratorio ad eseguire l'antibiogramma, che serve a stabilire quale sia l'antibiotico più attivo. Questa procedura è indispensabile perché la sepsi può essere sostenuta da diversi germi e perché taluni microbi possono risultare diversamente sensibili e talora del tutto resistenti a questo o a quell'altro antibiotico. In base al responso del laboratorio si sceglie l'antibiotico più attivo e, data la gravità della malattia, è consigliabile fare trattamenti con associazioni di due o anche tre antibiotici.

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