sabato 28 marzo 2009

SETTICEMIA

SETTICEMIA o sepsi, grave stato infettivo che si manifesta quando i microbi si diffondonorapidamente in tutto l'organismo attraverso il sangue, superando le difese locali ed i poteri immunitari generali. Il punto di partenza della setticemia va ricercato in focolai infettivi. Le forme più frequen- ti sono: la setticemia puerperale, che inizia da una infezione uterina dopo il parto o per un aborto; la setticemia da tromboflebite purulenta; la setticemia a partenza da focolai purulenti, quali ferite infette, foruncoli, sinusite, otite, ascessi, empiema della cistifellea, prostatite, annessite, ecc; la setticemia da focus orali (granulomi dentali, tonsilliti); la setticemia lenta, da endocardite. Nella maggior parte delle forme setticemiche la sintomatologia ha un inizio solitamente brusco, con febbreelevata accompagnata da brividi violenti, mal di testa, stato di agitazione e di prostrazione, aumento delle pulsazioni cardiache. Ciò che colpisce è l'aspetto di grave sofferenza del paziente (aspetto settico). Frequentemente alla sepsi si sovrappongono complicanze cardiache (endocardite, miocardite, pericardite), respiratorie (polmoniti), oppure meningiti e formazioni di ascessi in ogni parte del corpo. Qualora si sospetti una sepsi, prima di iniziare il trattamento con antibiotici bisogna praticare subito l'emocoltura (nel corso della crisi febbrile si preleva dalla vena del paziente una certa quantità di sangue che viene insemenzato su speciali terreni di coltura adatti a far moltiplicare eventuali germi presenti); una volta isolato il germe, si procede in laboratorio ad eseguire l'antibiogramma, che serve a stabilire quale sia l'antibiotico più attivo. Questa procedura è indispensabile perché la sepsi può es- sere sostenuta da diversi germi e perché taluni microbi possono risultare diversamente sensibili e talora del tutto resistenti a questo o a quell'altro antibiotico. In base al responso del laboratorio si sceglie l'antibiotico più attivo e, data la gravità della malattia, è consigliabile fare trattamenti con associazioni di due o anche tre antibiotici. A parte devono essere prese in considerazione le sepsi gram-negative (la denominazione deriva dal fatto che i germi in causa appartengono a precisi gruppi che si comportano in modo peculiare alla colorazione secondo Grani), che presentano determinate caratteristiche e che esigono particolari scelte terapeutiche. Queste sepsi presentano tre sintomi cardinali: aumento della temperatura, caduta della pressione sanguigna e oliguria (ridotta emissione di urine). Nel 50 per cento dei casi la malattia inizia con brividi e nel 40 per cento dei casi si ha shock. Negli stadi di shock non tanto chiari bisogna sempre sospettare una sepsi di gram-negativi. Dalla scoperta degli antibiotici le sepsi gram-negative sono in continuo aumento; si pensi che esse colpiscono il 51 per cento dei soggetti pretrattati con antibiotici e che nel 70 per cento dei casi si tratta di malati ospedalizzati. L'antibiotico d'elezione è la gentamicina, da sola o associata ad altri antibatterici. Lo shock va curato con cortisonici e lo stato di oliguria può rendere necessario l'uso del rene artificiale.

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