mercoledì 25 marzo 2009

SCIALOADENITE

SCIALOADENITE, processo infiammatorio acuto o cronico delle ghiandole salivari maggiori che sono, per ciascun lato, la parotide, la sottomascellare e la sottolinguale. L'eziologia della forma acuta può essere virale o batterica. Classica forma virale è la parotite acuta epidemica, che colpisce più frequentemente i bambini, soprattutto i maschi; nella maggioranza dei casi l'affezione è bilaterale ed accompagnata da temperatura febbrile; la tumefazione della ghiandola provoca dolore che non si accentua con la palpazione: questa fa rilevare una consistenza molle della ghiandola, che si presenta invece dura e dolente nelle forme infiammatorie banali; la malattia può dare facilmente complicanze a carico del testicolo e dell'ovaio, da cui può residuare sterilità; si hanno talora complicanze meníngoencefalitiche che rivestono carattere di notevole gravità, e complicanze nevritiche, soprattutto a carico dell'ottavo paio di nervi cranici, che si manifestano soprattutto con sordità improvvisa e grave, accompagnata da acufeni e vertigini; la terapia dell'infiammazione è sintomatica. La parotite acuta batterica è solitamente imputabile all'azione dello stafilococco aureo e colpisce frequentemente ghiandole affette da scialoadenosi; in questi casi l'infezione raggiunge la ghiandola per via orale, attraverso i canali escretori della ghiandola; la scialoadenite può anche accompagnare una malattia infettiva generale ed allora è per via ematica che i germi raggiungono la ghiandola; la sintomatologia è caratterizzata da febbre, tumefazione della ghiandola con iperemia della cute di rivestimento e presenza di pus all'orifizio esterno del canale escretore corrispondente alla ghiandola colpita; la terapia medica si basa sull'impiego degli antibiotici; può dare buoni risultati la roentgenterapia a dosi anzi-infiammatorie. Se il processo infiammatorio non tende a regredire dopo quarantotto ore e se si manifestano segni di colliquazione, si rendono indispensabili l'incisione ed il drenaggio della raccolta purulenta. La scialoadenite cronica può essere aspecifica o specifica: la forma aspecifica rappresenta la cronicizzazione di un processo infiammatorio acuto; la sintomatologia è simile, anche se attenuata, a quella della forma acuta; l'andamento è subdolo, intermittente: attraverso ripetute fasi di riacutizzazione porta la ghiandola ad una scleroatrofia; la terapia è analoga a quella impiegata nella forma acuta; quando la ghiandola è avviata alla scleroatrofia si pone l'indicazione alla terapia chirurgica, che prevede l'asportazione della ghiandola, facile nel caso della ghiandola sottomascellare, delicata invece quando la ghiandola interessata è la parotide, per gli intimi rapporti che questa contrae con i rami del nervo facciale. La forma di scialoadenite cronica specifica più frequente è quella tubercolare; la sintomatologia è scarsa; obiettivamente si rileva la presenza di tumefazione spiccata ma uniforme, scarsamente dolente; la terapia medica è basata sull'impiego della streptomicina, dell'acido paraminosalicilico e dell'idrazide dell'acido isonicotinico; è da evitarsi l'incisione della raccolta che si forma per fluidificazione dei tessuti: è consigliabile piuttosto l'asportazione chirurgica totale della ghiandola.

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